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Il problema non sono le cave, ma la manutenzione dei fiumi

Il problema non sono le cave, ma la manutenzione dei fiumi

Mancano i tecnici ed esperti in geologia e idraulica che valutino la funzionalità dei corsi d'acqua in condizioni di piena ed eventi straordinari


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Foto dei nostri fiumi Secchia e Panaro, e dei nostri torrenti montani, Scoltenna, Dragone, Leo, Tiepido: l'alveo originale è ostruito da migliaia di metri cubi di pietrisco e ghiaione depositatevi nel corso dei decenni e l'acqua, costretta a scavarsi un percorso laterale, ha eroso per decine di metri le sponde. A Marano, dopo aver eroso le sponde e fatta crollare la ciclabile del percorso natura, è stato necessario costruire una lunga protezione in muratura a difesa della spalla del ponte sul Panaro, che rischiava di essere scalzata.

Altroché allarmarsi per l'escavazione delle ghiaie, lo sfruttamento delle risorse ambientali ed il loro mancato ripristino,  qui nei nostri fiumi e torrenti è vero il contrario: mancano gli scavi sull'intero percorso, quelli che riallineerebbero il corso della vena d'acqua , il naturale decorso delle acque limacciose e il confluire del limo e sabbie al mare, fenomeno che incide indirettamente sul mancato ripristino delle spiagge adriatiche. Finché le concessioni ai cavatori riguarderanno tratti esigui dove poter estrarre materiale fino a 15 metri di profondità il problema del corso di fiumi e torrenti non si risolve, e il pericolo di esondazioni ed erosioni continuerà se non si ripristinano gli alvei: servono incentivi economici e grandi opere, atti al recupero superficiale
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in eccesso dei materiali lapidei . I no cave svolgono una funzione di controllo che va dal controllo delle concessioni, dalla loro entità in previsione di opere e dal ripristino dell'ecosistema una volta esaurita la cava, disposizioni già ampliamente previste dalle normative nazionali e regionali, fino a spingersi nella valutazione sull'idoneità degli introiti comunali derivanti dalle concessioni stesse e all'effettivo escavo previsto dal piano.


Ma mancano i tecnici ed esperti in geologia e idraulica che valutino la funzionalità dei corsi d'acqua in condizioni di piena ed eventi straordinari, la capacità di smaltimento e trascinamento a valle delle sabbie, la portata del bacino e i tempi di deflusso in caso di piena. Finora si sono viste solo sporadiche opere in presenza di ponti e attraversamenti o per rinforzo sponde prossime a percorsi stradali, nonché abbattimento di piante e arbusti nell'alveo di alcuni corsi d'acqua a carattere torrentizio. 

Massimo Guerrini
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