Modena, ennesima festa Pd: un partito maestro nell’autoassolversi

E fu così che si ripeteranno ancora una volta gli stessi identici copioni, ignari dei terremoti socio-politici che stanno investendo il resto del pianeta
Ho letto dell'ennesima festa del PD: devo dire che la capacità di riproporre gli stessi schemi puntando sullo spirito abitudinario dei più e sulla mancanza di capacità reattiva di tanti altri è una prerogativa di questo partito. Una realtà politica che ne ha fatte di tutti i colori, ma ha la maestria, bisogna dargliene merito, di creare fronte compatto per autoassolversi. Un ignominioso status quo che prova, riuscendoci, a mettere sotto il tappeto tutto ciò che ha reso le regioni 'rosse' contesti autoreferenziali che si perpetuano nonostante tutto, con l'avallo del soddisfatto avventore dello stand di gnocco e tigelle e dell'astenuto dal voto, che pratica lo sport nazionale dell'autocommiserazione, mai provando a farsi un esame di coscienza.
E fu così che si ripeteranno ancora una volta gli stessi identici copioni, ignari dei terremoti socio-politici che stanno investendo il resto del pianeta, con presbiteri che, anziché portare la Parola salvifica alla gente, preferiscono sostituirsi alle ONG banalizzando, in una dimensione meramente orizzontale, quel Verbo che duemila anni fa ha rivoluzionato il mondo.
A volte mi sembra di trovarmi in un brutto sogno, poi però mi desto e dico: no, sono solo in Italia, il Paese dove il cambiamento fa sempre fatica a venire, e dove chi lo invoca è il primo a non agevolarlo a causa del suo immobilismo.
Con la certezza che queste mie riflessioni non avranno spazio perché scomode, e sempre più lontano dalla comprensione di ciò che i media nostrani oggi intendono per informazione, la saluto cordialmente.
Attilio Mazzitelli
Volentieri pubblichiamo il suo intervento, come quello di tanti altri nostri lettori, provando in questo modo - nel nostro piccolo - a contribuire a un pluralismo che, su questo conveniamo, tanto più viene ostentato tanto meno trova applicazione pratica. Un caro saluto.
Giuseppe Leonelli
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