Modena, i primi cento giorni di Mezzetti: nulla cambia
 
  
Modena continua ad essere sporca, insicura e pericolosa per i residenti e la loro incolumità, poco attrattiva perchè mancano alloggi per studenti e lavoratori
Basta leggere i titoli dei quotidiani modenesi per rendersene conto: una continua ‘cronaca nera’ di delitti, accoltellamenti, risse, rapine, furti, scassi, aggressioni diurne e notturne, spaccio di sostanze stupefacenti, degrado ambientale, sacchi di rifiuti per le strade e nelle piazze che continuano a non essere raccolti come dovuto da Hera, baby gang che imperversano anche nella centralissima piazza Roma, parchi pubblici lasciati nel degrado, come il XXII Aprile o il Novi Sad, divenuti luogo di ritrovo di sbandati e tossici.
Con l’aggravante che nel frattempo è esplosa anche la ‘bolla’ della viabilità cittadina con code interminabili di auto in certe ore del giorno che paralizzano il traffico e la mobilità dei modenesi su tutte le strade e tangenziali e verso tutte le direzioni, sulla via Emilia, sulla Nonantolana, la Giardini, sul Canaletto, l’Estense, la Statale per Carpi, con un conseguente peggioramento della qualità dell’aria respirata e la crisi del trasporto pubblico che lascia a piedi studenti e pendolari con una situazione organizzativa insostenibile di Seta come lamentano gli stessi sindacati che hanno per questo indetto scioperi dei dipendenti.
Insomma, una città lontana mille miglia da quella promessa da Massimo Mezzetti in campagna elettorale, nuova, diversa, più verde, con meno cementificazione, maggiormente sicura, organizzata, tranquilla e ordinata. Niente di tutto questo. Modena continua ad essere sporca, insicura e pericolosa per i residenti e la loro incolumità, poco attrattiva perchè mancano alloggi per studenti e lavoratori che vengono da fuori e per la mancata efficienza di un servizio pubblico di trasporto, scarsamente vivibile per la paralisi del traffico cittadino e con uno scarso decoro urbano.
E allora? Dai ‘primi’ cento giorni dal suo insediamento in piazza Grande di risultati non se ne vedono. E per questo i modenesi sono scontenti, delusi e sfiduciati perché il cambio di passo non c’è stato e la città sembra sola e abbandonata. Ma Modena, patrimonio storico dell’Unesco, sede universitaria, di una Accademia militare, di un importante Museo, dotata di una secolare tradizione di arte manifatturiera, stilistica, automobilistica, culinaria, non si merita di vivere questa condizione di arretratezza, di incuria e di abbandono, che non ha eguali nella sua storia recente.
Cesare Pradella
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