Qualche altro giornalista 'non allineato' come Piero Sansonetti ha ricordato che “siamo di fronte ad un leader cresciuto ed allevato nell'Urss, all'ombra del Cremlino, divenuto colonnello del Kgb (la famigerata polizia politica sovietica) che basa ora il suo potere a Mosca sulla menzogna, sulla censura della stampa russa e di quella estera, che perseguita i suoi dissidenti con il carcere e il confino, che ha cercato di contrapporre ai collegamenti televisivi del capo della resistenza ucraina Zelensky con i parlamenti occidentali, con il raduno nello stadio di Mosca di donne e uomini forse spinti dalla paura e ingannati dalla propaganda del regime. A noi è parsa una comparsata che ci ha fatto ricordare le adunate imposte dai regimi nazista e fascista”.
Qualcun altro ha ricordato le parole del sindaco della città martire Mariupol, Vadym Boichenko, che ha denunciato la deportazione di migliaia di propri cittadini in Russia da parte dei soldati di Putin, mentre il Papa nei suoi appelli alla pace, non nomina mai Putin e l'invasione russa che sono la causa di questa guerra. Come se la Resistenza ucraina fosse una azione fuori luogo e non invece la lotta coraggiosa di un popolo per la propria libertà contro l'invasore, facendo un parallelo storico sui 'silenzi' di Papa Pio XXII di fronte alla furia nazista. “Una posizione ambigua – è stato detto – perchè se l'aggressore continua ad aggredire, l'aggredito cerca di difendersi come può e come fecero tanti cattolici italiani che si trasformarono in partigiani imbracciando le armi contro l'invasore tedesco”.
Posizione più coraggiosa quella del senatore Pier Ferdinando Casini, ex Dc, oggi parlamentare del Pd, che ha detto: “Giusta la decisione dell'Italia e della Unione europea di inviare armi ai resistenti ucraini perchè servono loro per difendersi dall'aggressore che è armato sino ai denti.
Ma anche Bruno Vespa ha scritto che “se l'Europa smettesse di armare l'Ucraina, l'occupazione russa avverrebbe in due giorni, facendo passare lo slogan falso-pacifista ”meglio schiavi che morti” con l'annullamento delle regole basi della democrazia, mentre noi occidentali ci siamo ribellati alle mire espansionistiche della Germania nazista. La realtà è che Putin si è trovato di fronte ad un Occidente unito con gli Stati Uniti ma anche al resto del mondo, compresa la stessa Cina, sua alleata ideologica, che si è astenuta sulla mozione di condanna dell'Onu, facendo intendere di non condividere l'invasione della Ucraina.
E allora tutti questi ragionamenti
All'epoca delle prime rivolte popolari contro i regimi comunisti a Berlino est, a Budapest nel 1956, a Praga nel 1968, a Varsavia, che portarono alla morte migliaia di operai e di studenti, i comunisti italiani (compreso Napolitano che noi abbiamo poi eletto presidente della Repubblica), reagirono semplicisticamente con frasi ipocrite come “avranno avuto le loro ragioni”. Frasi imbarazzanti dette da chi non aveva argomenti, sintomo di un condizionamento ideologico verso Mosca e l'allora Urss. Si riteneva superato questo condizionamento esistente nel vecchio Pci, ma così non sembra e la nostalgia per le famose parate militari sulla piazza rossa di Mosca piene di carri armati e missili pare resistere ancora oggi.
Cesare Pradella
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