Cara redazione di La Pressa,
sono giorni che a riaffiora, a fasi alterne, nella cronaca locale la vicenda della gara per il TPL della nostra Provincia: cronaca che si arricchisce di nuove ipotesi di reato e di nuovi (per modo di dire… perché poi alla fine fanno riferimento sempre ai soliti nomi) attori e protagonisti.
SMTP pare essere sempre di più uno snodo di questa vicenda, tanto è vero che ancora una volta le autorità preposte hanno pensato bene di acquisire ulteriori documenti. Quindi oltre ai vari delusi “appetiti” locali, ora qualcuno ha pensato bene di allertare anche la Magistratura su questa vicenda: è evidente come questo intervento sia 'spintaneo'.
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Emerge sempre di più, o almeno questa è la lettura che il sottoscritto si sente di dare, come al di là dei nomi più o meno nuovi, dei “consulenti” tirati in ballo, degli incroci societari, delle analoghe vicende accadute in altre parti del nostro Paese, del ruolo, più o meno diretto, che BusItalia e Autoguidovie stanno giocando nel panorama del TPL nazionale, vi sia dietro tutto ciò un coacervo di intrecci e interessi, una unica e chiara strategia: quella di fare giocare alle FFSS, a cui fa capo BusItalia, un ruolo dominante sul futuro del TPL del nostro Paese.
Del resto basterebbe fare l’elenco delle varie partite locali, sparsi sull’intero territorio nazionale, all’interno delle quali questi soggetti, direttamente o tramite soggetti controllati, stanno tentando di “mettere la propria bandierina”: Milano, la Toscana, Umbria, Friuli, la bassa Lombardia, Veneto, Pavia, Parma, e tanti altri che ora tralascio, insomma un lungo, lungo filo rosso….
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Ho già avuto modo in passato di dire che queste operazioni si fanno solo se dietro vi è una strategia comune, condivisa, ad altissimi livelli politici, una strategia che ha avuto grande impulso soprattutto con l’avvento di Mazzoncini (ex numero uno di BusItalia) al vertice delle FFSS.
Nulla di scandaloso nel fare giocare a BusItalia, soggetto “pubblico” ma di fatto privato, un ruolo preminente nella necessaria riorganizzazione profonda del TPL, sottraendolo alle logiche localistiche, campanilistiche e di infima politica locale (intesa come lottizzazione), ma l’importante è farlo alla luce del sole, cosa che invece sta avvenendo in modo carbonaro, ma con l’assenso e la diretta regia dei soli soggetti che oggi contano politicamente. Per rimanere nel nostro ambito regionale: SETA, TPER, START, TEP e FFSS, cinque soggetti che operano in modo assolutamente autonomo, chiuso (come se fossero cinque 'Coree del Nord' impermeabili e impenetrabili), in un settore, quello trasportistico dove la flessibilità e l’interconnessione sono elementi vitali e imprescindibili.
Del resto se gli esempi che abbiamo innanzi sono come l’ATAC di Roma, ben venga qualcuno che faccia piazza pulita delle gestioni localistiche (nel senso più deleterio del termine!) e clientelistiche a 360° di questo asset industriale…. E state certi che alla fine della vicenda anche in questo caso BusItalia comparirà....
Insomma, Mazzoncini da sempre grande tifoso di Renzi, così come Delrio, Bonaccini e via dicendo, scendendo sempre più verso il locale: questa è la traccia da seguire. La farsa, questa è almeno la mia opinione, che si è giocata sulla gara di Parma, fa parte di questo disegno: un progetto di per sé, tutt’altro che perverso, che ha una forte logica anche industriale, ma che corre il rischio però, come dicevo prima, di fare a pugni con gli 'interessi' della politica locale. E in mezzo a tutto questo, non possiamo fare altro che comprendere la frenesia del Presidente Rizzi che cerca di mantenere il controllo di TEP: farebbe bene a chiederne conto anche a quelle maggioranze politiche che hanno designato lui e i vertici di SMTP !
Grazie per l’attenzione.
Gianni Montali