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Comprendere l'islam, il domenicano Candiard svela miti e pregiudizi

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L'incontro, promosso dal Centro missionario, si terrà alla parrocchia di Santa Caterina lunedì 13 maggio alle 21


Comprendere l'islam, il domenicano Candiard svela miti e pregiudizi
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Islam: conoscere per dialogare è il titolo dell'incontro che si terrà alla parrocchia di Santa Caterina (via Mar Mediterraneo) di Modena lunedì 13 maggio alle 21. Protagonista sarà Adrien Candiard, 37enne domenicano, islamologo, membro del prestigioso Institut dominicain d’études orientales (Ideo) del Cairo, che parlerà delle numerose bufale che riguardano l’islam, seconda religione del mondo praticata da 1 miliardo di persone, cercando di smontarne pregiudizi e cliché a partire dal suo nuovo libro Comprendere l'Islam, o meglio perchè non ci capiamo niente (prefazione di Valentino Cottini, Editrice Missionaria Italiana da domani in libreria). Modera l’incontro Matteo Morandi.

Nel corso della serata, Candiard spiegherà perché «cominciare a capire perché non ci capiamo nulla» possa essere un buon punto di partenza per fare un po’ di chiarezza. Contrariamente a quello che pensiamo, afferma l’autore, l’islam non è un monolite. Potremmo non crederlo, ma ci sono più musulmani in India che in Medio Oriente e non tutto il Senegal è in mano all’Isis.

Secondo pregiudizio: tutti i musulmani sono uguali. Anche qui si tratta di una fake news. Esistono infatti due profonde spaccature all’interno dell’islam, come ci ricorda lo stesso Candiard: «l’opposizione tra sunniti e sciiti è incandescente; e sta emergendo, in seno allo stesso sunnismo, una guerra molto aspra per la definizione dell’ortodossia». A livello politico la prima tensione si traduce nella rivalità tra Iran e Arabia Saudita, le due grandi potenze che tengono in mano lo scacchiere geopolitico del Medio Oriente. L’ascesa dello Stato Islamico e il conflitto in Siria derivano entrambi da questo gioco di forze: «L’opposizione tra sunniti e sciiti colora tutte le guerre della regione, quando non ne è direttamente la causa».

La seconda spaccatura, invece, quella apertasi in seno allo stesso sunnismo, vede contrapporsi l’ala del salafismo con l’islam classico, culturale, quest’ultimo gradito all’Europa e agli Stati Uniti perché da sempre considerato un islam sostanzialmente «pacifico».

Il salafismo – che professa un ritorno alla purezza delle origini, alla civiltà del Profeta e di Medina, e che ha trovato il suo apice nell’unione con il wahabismo dell’Arabia Saudita –, appare oggi come quell’islam fondamentalista che occupa le prime pagine dei giornali e del quale ci siamo oramai abituati «ad avere paura». Tuttavia, sottolinea Candiard nel volume, nonostante «il salafismo crea le condizioni intellettuali e spirituali della violenza», la maggioranza dei salafiti sono dei devoti fedeli poco interessati alla guerra.

Durante l’incontro l’esperto di islam parlerà anche della differenza tra islamismo (inteso come islam politico) e salafismo. Al salafismo il potere interessa poco, dice Candiard, mentre per l’islam politico (come quello rappresentato dai Fratelli musulmani) il potere ricopre un ruolo centrale e rappresenta il veicolo per attuare una vera riforma della società. «Il fatto è che i Fratelli non cercano di distruggere il mondo moderno. Gli islamisti non hanno un vero contromodello da opporre alla modernità: cercano soprattutto di islamizzarla. La forza del salafismo sta invece nella sua solida proposta di una società diversa, sul modello della comunità primitiva di Medina». È per questo motivo che i movimenti jihadisti difficilmente potranno sgorgare dall’islam politico; è più facile invece che siano una conseguenza (seppur infausta) del salafismo.

Quarto e ultimo mito: l’islam è incompatibile con la democrazia. Secondo l’autore, non vi è una risposta definitiva a questa domanda. Ciò che invece evidenzierà è che ci sono stati e ci sono tutt’ora dei tentativi di affiancare delle legislazioni civili al corpus del diritto religioso, ma che «come per ogni trasformazione di grande entità, essa ha bisogno di discussione, le cui conclusioni non possono essere scritte in anticipo».

Attraverso un lungo excursus storico, culturale e religioso, narrato sempre con uno stile chiaro e accessibile, Comprendere l’islam è un libro che interroga, indispone e obbliga a confrontarsi con una pluralità e una diversità che superano quella semplificazione alla quali la narrazione mainstream sull’islam ci ha abituato.

L’incontro di lunedì 13 maggio, che sarà preceduto dalla Messa alle 19, è a ingresso libero ed è organizzato da EMI insieme al Centro Missionario Diocesano. 

 L’AUTORE 

Adrien Candiard (Parigi, 1982), dopo essersi dedicato alla politica, nel 2006 è entrato nell’Ordine domenicano. È membro dell’Institut dominicain d’études orientales (Ideo) del Cairo, dove si occupa di teologia islamica. Ha scritto vari saggi di spiritualità, tra i quali Quando eri sotto il fico… Discorsi intempestivi sulla vita cristiana (Queriniana, Prix des libraires religieux nel 2017). Emi ha già pubblicato il suo Pierre e Mohamed. Algeria, due martiri dell’amicizia (2018); nel 2020 darà alle stampe un saggio sulla Lettera di san Paolo a Filemone.


Redazione Pressa
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