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Sant'Agostino, dieci anni di sole parole

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Sul fronte risorse preoccupa il reale stato del fondo cassa, 120 milioni la spesa preventivata per il raddoppio del fronte, parevano a portata di mano, dai 60 milioni iniziali dati per certi della FCRMO , siamo scesi a 35, dal Ministero terzo attore della saga agostiniana arriveranno soltanto 17 milioni per il progetto del nuovo sistema di polo integrato culturale ?Terre Ducate Estensi', al momento soltanto una reminiscenza e futuro (forse) brand attrattivo turistico, una ?scatola vuota' da riempire ,per effetto della recente riforma del MIBACT del ministro Franceschini (novello Principe) , ma non tutti per Modena, arriverà anche il resto?


Sant'Agostino, dieci anni di sole parole
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Primo tempo

Alle battute finali il percorso itinerante sul Sant’Agostino? All’appello mancava soltanto la visita del Palazzo del Sant’Agostino, effettuata giovedì 10 novembre dai consiglieri comunali. Poi tireremo le fila. Quién sabe!? Il progetto offerto sino ad ora improntato su una forte iconicità, in chiara violazione delle norme urbanistiche e dei vincoli di tutela dei beni storici e architettonici, sbagliato nel voler trasferire da una parte all’altra il patrimonio librario estense, è stato come dire, commentato?! da due associazioni culturali. Sono state queste che ne hanno corretto il tiro, riprogettato una sostenibilità, indicato e prospettato soluzioni tutt’altro che peregrine. Di fatto svelandone i limiti, la pochezza culturale e fattuale e la sostenibilità. Pur in assenza di un progetto scritto e completo, grazie a queste associazioni è stato illustrato durante una audizione in commissione consiliare quello che forse potrebbe essere un progetto palatabile serio, scientificamente sostenuto e potenzialmente condivisibile da tutti e non solo dagli amanti del mattone.

Una Lectio magistralis di politica culturale, l’intervento di Giovanni Losavio per Italia Nostra, (a conferma della posizione di sempre dell’associazione sul progetto di riqualificazione del sito), ha ricordato lo studio dettagliato fatto illo tempore dalla giunta Barbolini, a cura dell’architetta Franca Stagi, l’ultima operazione di politica culturale approntata da un’amministrazione da decenni e poi abbandonata. Prevedeva l’espansione fisiologica degli istituti civici e statali negli spazi retrostanti dell’ex Ospedale Estense, riunificando nuovamente il Grande Albergo delle Arti, in una unitaria visione organica, tuttora assente. Come quella che all’indomani dell’Unità d’Italia portò l’allora lungimirante amministrazione ad adottare misure eccezionali per non disperdere il cospicuo patrimonio culturale, “l’Eredità Estense”, che unito a quello civico crearono di fatto il primo Polo Culturale ante litteram cittadino.

Con un richiamo sui ruoli e funzioni specifiche del Comune e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Italia Nostra ha delineato quel che è sotto gli occhi di tutti, ovvero la cessione sempre più ingiustificata della politica culturale che spetta all’amministrazione, l’affidamento di impegni pubblici allo ‘zio ricco’ dei quali poi il Comune stesso dopo aver ‘donato’ si è disinteressato,il Foto Museo Panini docet. L’ennesima conferma di cessione territoriale è l’incarico assunto dall’agosto scorso dalla FCRMO comprensivo degli oneri per la progettazione definitiva ed esecutiva dell’intervento per la riqualificazione del Palazzo dei Musei - ex Ospedale Estense, i cui obiettivi e finalità sono ancora avvolti nella nebbia. Ovvero senza sapere cosa, come, con quanto e quale personale, con quali capitali, senza uno studio di fattibilità che non riguardi solo i muri viene lanciato urbi et orbi “ un sicuro grande attrattore turistico culturale nel panorama nazionale e sovranazionale”.

E dove sono gli studi, le ipotesi, l’analisi costi benefici (obbligatoria nella nuova legge sugli appalti) e multi criteriale? La realtà è che fino ad ora è stato presentato solo un progetto orale, un progetto “tanto al braccio”,  improntato principalmente sull’aspetto architettonico. Tanto che  “Gli Amici del Sant’Agostino” sono stati obbligati ad elaborare un documento di riflessioni e proposte a più mani per il Polo culturale nell’ex Ospedale Sant’Agostino presentato da Rossella Ruggeri. Documento che auspica il totale abbandono dell’idea delle torri e trasloco dell’Estense, mentre per la Poletti ne accoglie lo spostamento che unitamente  ad altri fondi bibliotecari, di fatto formerebbe un bel raccordo con le raccolte d’architettura alle collezioni del Polo dell’Arte Contemporanea. Gli “ Amici del Sant’Agostino” suggeriscono poi anche di implementare un programma di sviluppo e di ricerca, in stretta collaborazione con l’Università, fino ad oggi non coinvolta,  come mai ? nel campo nuovissimo delle “ digital humanities ”. Offrendo così ulteriori e molteplici possibilità di sviluppo dal connubio tra le due discipline, valorizzando l’integrazione tra il multiforme patrimonio culturale, la ricerca,studi umanistici, nuove tecnologie applicate alla trasformazione digitale delle immagini e del cartaceo. Il percorso conoscitivo compiuto finora dai consiglieri, ha evidenziato che l’eredità ed il valore del patrimonio culturale, sono mantenuti in vita da un ridottissimo numero di appassionati e valenti professionisti, sempre più in calo. Il progetto ‘tanto al braccio’, però non potrà auto sostenersi se non si procede in primo luogo con l’ incrementare la qualità e quantità degli organici, aspetto totalmente taciuto, tanto che già da oggi il personale sparuto e già sovraccaricato ha costretto la Galleria Estense, il “Super Museo Nazionale” autonomo di Franceschini, alla chiusura domenicale. Una situazione altamente penalizzante, che si riflette anche su tutti gli altri istituti del Palazzo dei Musei. Allora ci si chiede: se già oggi è complicato e difficile garantire con le irrisorie risorse umane esistenti una normale attività per il Supermuseo, domani in spazi raddoppiati cosa accadrà ? E’innegabile che ci sia da mettere a punto una visione culturale progettuale d’insieme, che coniughi l’indirizzo di ogni istituto con l’altro, con il Polo del Sant’Agostino ed il fronte Museale, individuando una narrativa comune che metta a sistema il patrimonio delle ‘Terre Estensi’ e non solo dei mattoni ducali così come sino ad ora appare. La complessità dell’impresa, ce ne rendiamo conto?! “è ciclopica”, affascinante e tanti l’hanno compreso. Non crediamo così però dell’amministrazione, che non ha ancora delineato un serio progetto scritto, è ancora ferma sul trasloco della biblioteca, anche se parziale, (le biblioteche sono corpi organici, non sezionabili) ed ancora insiste a partire sempre dalla fine, cioè, col sistemare i muri. Continua a fare le cose in casa, mentre per un’operazione come questa occorre aprirsi a soggetti competenti, professionisti a tutto campo, che lavorino fianco a fianco con i responsabili degli istituti coinvolti, così da delineare un piano di sviluppo culturale sinergico, organico, e soprattutto incentrato su prospettive certe per la nostra città, e per le future generazioni. Senz’altro il percorso fatto dai consiglieri è stato anche propedeutico per ridefinire il progetto architettonico bocciato dal TAR, (un’ottima uscita dall’impasse, quasi onorevole). Ciò ha permesso di posticipare la conferenza di servizio necessaria per licenziare il nuovo progetto dopo la variante urbanistica; la questione fondante resta però e sempre l’assenza di visione, di unitarietà culturale di un Progetto. Paradossale che le uniche idee concrete e di buon senso arrivino dalla società civile, peraltro gratuite. Chi invece è stato chiamato a farlo non solo non né ha di idee, è evidente, ma si limita solo agli annunci per la nascita di questo e quello, annunciando l’inizio di lavori edilizi che non possono partire se non per consolidare appunto dei muri. Son bravi, però, a spogliarsi delle funzioni proprie a favore di un Ente finanziario, modus operandi ormai prassi usuale da parte dell’amministrazione e sulla quale non siamo affatto d’accordo.

Secondo tempo 

”Si passa dalla fase di ascolto all’azione“ così annuncia il sindaco Giancarlo Muzzarelli nella seduta conclusiva del 22 novembre sul Percorso conoscitivo del Sant’Agostino , da protagonista solitario per dieci anni con le ‘Lame Librarie’ della Aulenti, a comprimario pari merito, con il Palazzo dei Musei – e all’ex Ospedale Estense, insieme costituiranno il futuro Polo culturale della Città.  Continua col dire che l’impianto originario è stato rivisto in questi mesi, per forza lo è stato, grazie al nuovo assetto ministeriale è nato il Supermuseo Nazionale delle Gallerie Estensi, dall’unione della Pinacoteca e Biblioteca. Sarà presente l’Università qualcuno chiede ? c’è, risponde. Però,non è stato declinato alcunché in merito.  In questo periodo è impegnata solo sul fronte del restauro del Museo e Teatro Anatomico. È il fischio d’inizio del secondo tempo della partita del Sant’Agostino.

Non rassicurano le parole dell’assessore alla cultura Gianpietro Cavazza, proferite nell’ultimo Consiglio comunale quello del 24 novembre. Rispondendo a due interrogazioni, una tra l’altro in attesa niente po’, po’ di meno che da aprile, il che misura lo stato di avanzamento lavori dell’amministrazione, (che chiedeva lumi sui costi di gestione), sono da allerta massima: prematuro fare un piano di gestione, troppe le variabili da considerare, nonostante par di capire che rimarrà tutto uguale, non ci saranno sostanziali innovazioni, però raddoppiano gli spazi! ; gli organici odierni di pertinenza Civica non saranno aumentati; il filo conduttore del progetto culturale?? si snoderà tra le ‘mostre’ e i ‘visitatori’. L’altro attore invece la FCRMO pare avere idee ed obiettivi chiarissimi, così si evince dalle tre ‘paginette’ del Documento Programmatico presentato recentemente, ha delineato un ‘progetto culturale’, individuato la strategia attuativa e fissato gli obbiettivi.  Qua il fulcro sono le parole: ‘giovani generazioni’, il primario patrimonio da tutelare e valorizzare. Investire sulle nuove generazioni vuol dire favorire la loro capacità di essere protagoniste attraverso la ricerca, l’educazione, la cultura e la creatività. E qui la presenza dell’Università è imprescindibile. Nel progetto del Polo S.Agostino, allargato al Palazzo dei Musei e all’ex Ospedale Estense, c’è una visione che coniuga eredità culturale e modernità, accanto all’obiettivo di “generare un luogo di relazione e integrazione tra i soggetti culturali della città”. Un proposito di grande impatto sociale, che toccherà e collegherà (è l’auspicio ) grazie alla circolarità feconda generata tutti gli ambiti della città.

Silente da tempo, non si conosce ancora la posizione del terzo giocatore, il Ministero. Siamo fermi a quanto prospettato mesi fa dalla direttrice delle Gallerie Estensi Martina Bagnoli, il trasferimento di 240 mila della Biblioteca Estense al  S.Agostino ,una vera e propria mutilazione, insensata,che c’entra come il cavolo a merenda con il Polo delle Immagini e delle Arti Contemporanee ,il nuovo soggetto nato dalla integrazione di Fondazione Fotografia, Galleria Civica e Museo della Figurina,che si insedierà in futuro al Sant’Agostino. Sono ancora molti i nodi da sciogliere,le ombre da fugare, come la questione delle Torri,  il destino forse parziale ? della Biblioteca Estense;  e della Biblioteca d’arte Poletti, che ha condiviso la stessa sorte per dieci anni, vi alloggerà oppure no? cosa si ha in serbo per lei ?  Chi prenderà realmente in mano le redini del Polo dell’Immagine Contemporanea, chi declinerà concretamente le linee culturali, quale sarà la sua natura giuridica? L’Università avrà un ruolo attivo?                                                                                            

Inoltre preoccupa molto il reale stato del fondo cassa , 120 milioni la spesa preventivata per il raddoppio del fronte, parevano a portata di mano, dai 60 milioni iniziali dati per certi della FCRMO , siamo scesi a 35, dal Ministero terzo attore della saga agostiniana arriveranno soltanto 17 milioni per il progetto del nuovo sistema di polo integrato culturale ‘Terre Ducate Estensi’, al momento soltanto una reminiscenza e futuro (forse) brand attrattivo turistico, una ‘scatola vuota’ da riempire ,per effetto della recente riforma del MIBACT del ministro Franceschini, (novello Principe) , ma non tutti per Modena, arriverà anche il resto? Questo l’ultimo bollettino sullo stato dell’arte,e su queste evidenti incertezze e dati oggettivi a spron battente sarà richiesto il prossimo 1 dicembre con un Ordine del giorno di dare il via libera alla tanto attesa Conferenza dei servizi, per i richiedenti c’è una base di progetto preliminare,  il Consiglio ha le idee più chiare dopo il tour appena concluso. Sarà.

Le partite possono avere anche i tempi supplementari, e possono concludersi ai rigori.

Ci auspichiamo un finale degno della storia culturale che la nostra città ha saputo esprimere e che testimonia con tutte le sue prestigiose e gloriose presenze.

Ah , il secondo tempo è iniziato da non molto con gli effetti speciali!

Franca Giordano

 

 

 


Redazione Pressa
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