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'Sul fronte del palco, scenografia spaziale, esagerata di Gio’ Forma. 150 metri di Palcoscenico, oltre 1500 metri quadri di schermi, 29 torri di ritardo del suono. Vi daremo presto altri particolari'. Un entusiasta Vasco Rossi descrive così su fb l'allestimento del palco a parco Ferrari a Modena in vista del concerto del primo luglio. 'I lavori sono iniziati lunedì 29 maggio e sono previsti: grandi zone d’ombra, pianteremo alberi, campo calcio, campi beach volley e volley, mega ruota panoramica, mongolfiera, ristoranti, parchi gioco per bambini e area relax'.

E nel vedere quel palco gigantesco, allestito un mese prima del concerto, ci si rende conto in un attimo dell'assurda decisione presa dalla giunta. L'assurda scelta di avere detto sì a un evento che di razionale non ha nulla, se non l'offrire 'panem et circenses' a una città ormai stanca di una amministrazione impegnata solo a preservare se stessa, a ripetere scelte ridicole (dalle nomine a senso unico passando per gli appalti). Uno spettacolo fuori contesto per distrarre. Fuochi d'artificio sulle baracche fisiche e morali di Modena. Un faro per illuminare uno sgabuzzino.
Sì, nulla vi è di razionale nell'ospitare in quel luogo, a 300 metri dal centro storico, un concerto da 220mila persone. Nulla di razionale. Ma, nonostante le strumentali motivazioni celate da quel sì di Muzzarelli e soci, c'è una irrazionalità che prende il sopravvento e fa sperare, ancora una volta, in un evento nel quale restare sepolti. Un concerto, per citare Vasco, che consenta a tutti di andare 'giù in fondo al mare', per finire tutti in un posto 'magari un po’ più buio ma molto più sicuro'.
Leo
Redazione Pressa
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