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Le attività commerciali e produttive dell'Emilia-Romagna sono in affanno per la crisi legata al coronavirus, 'ma in Hera, anzichè tagliare le bollette, aumentano il compenso dell'amministratore delegato'. L'attacco arriva da
Igor Taruffi, capogruppo di 'Emilia-Romagna Coraggiosa' in Regione, che prende di mira il management dell'azienda di multiservizi.
Taruffi cita i dati pubblicati
in anteprima da La Pressa che qui riportiamo.
L'ad Stefano Venier nel 2018 ha percepito un compenso pari a 578.269 euro, nel 2019 invece ha incassato complessivamente 952.353 euro.
Il presidente esecutivo Hera Tomaso Tommasi di Vignano (quello che nel 2014 non sentiva il bisogno di tagliarsi il compenso) ne guadagna 562.448 euro,
nel 2018 furono 557.955 euro.
Al vicepresidente (nel 2019 era il modenese
Giovanni Basile che oggi ha lasciato il posto all'ex assessore di Modena
Gabriele Giacobazzi) sono andati 89.
233 euro in linea con lo scorso anno.
Da segnalare tra gli amministratori Hera modenesi anche i 60.545 euro percepiti nel 2019 da Massimo Giusti, non rinnovato, e i 60.404 euro per Marina Vignola, rinnovata fino al 2023.
'Il Cda di Hera ha liquidato il compenso dell'amministratore delegato, passato dai 578.000 euro del 2018 ai 952.000 del 2019. Non entro nel merito dei risultati economici e di fatturato che stanno alla base di questa decisione. Rimane però un punto - sostiene il capogruppo della lista 'Coraggiosa' - possibile che, visto il momento di estrema difficoltà di attività commerciali, attività della ristorazione e più in generale di famiglie e imprese, la risposta di una societa' partecipata al 49% dai Comuni, quindi dal pubblico, anzichè tagliare le bollette sia quella di raddoppiare il compenso dell'amministratore delegato? Io credo davvero di no. Non è possibile. E soprattutto non è tollerabile'.
Taruffi sottolinea infatti che 'tra i settori più in sofferenza in questa crisi ci sono le attività commerciali e quelle legate alla ristorazione. I problemi sono tanti a partire dalla necessita' di onorare le rate dei mutui o le mensilità degli affitti. Poi ci sono le spese relative a forniture di acqua, luce, gas e del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. Il tutto a fronte di settimane di mancati incassi'. Di conseguenza, sostiene Taruffi, 'servono risposte concrete e le più celeri possibili'.
Nella foto da sinistra Venier, Tommasi e Giacobazzi