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Aimag, verso l'aumento di capitale: i Comuni si inchinano ad Hera
La Pressa
Siamo di fronte all'ammissione del fallimento delle politiche degli ultimi 10 anni. E di questo qualcuno dovrà renderne conto

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I bilanci di Aimag non sembrano essere all'altezza delle sfide del futuro, dal punto di vista economico e finanziario. Specie per ciò che concerne la partecipazione alle gare per l'affidamento dei servizi pubblici locali dei territori di riferimento. Senza i quali l'azienda perderebbe la sua ragione d'essere. Sulle ragioni della crisi ci possono essere diverse motivazioni, qualcuna già ipotizzata su queste colonne. Ma quello che oggi è essenziale è come uscirne. Per questo il CDA presieduto da Paola Ruggiero (nella foto) e il tavolo di lavoro capitanato da Riccardo Righi, sindaco di Carpi, hanno predisposto un piano industriale da sottoporre agli amministratori pubblici, da deliberare a tappe forzate. Per superare la crisi del debito, che comporta il blocco degli investimenti e l'annullamento dei dividendi, Aimag avrebbe bisogno di un'iniezione di liquidità di almeno 250/300 milioni. Dato per scontato che i comuni soci non possano scucire un euro, l'operazione non potrà che essere effettuata attraverso un aumento di capitale sottoscritto o unicamente da Hera o al massimo dalle fondazioni bancarie.
In questo modo i soci privati verrebbero ad assumere una netta maggioranza, cambiando definitivamente lo status di società a maggioranza pubblica dell' azienda. Con immediate conseguenze sugli affidamenti - su questo punto, al di là delle quote societarie, in assenza di un patto di sindacato erano già state espresse le perplessità del Tar. Ci saranno ovviamente da ridefinire i rapporti con le società satellite e consociate e ridefinire i loro affidamenti diretti.
Dal punto di vista della governance, Hera dovrebbe a questo punto ottenere se non la maggioranza del CDA una sostanziale parità. Lasciando magari la nomina del presidente, a elevato valore simbolico, ai comuni - tanto non è che gli ultimi presidenti siano dei politici. Ma con un netto depotenziamento dell'organismo collegiale, attraverso l'introduzione di un amministratore delegato quasi plenipotenziario. Il pubblico, per trasparenza e equilibrio, dovrà ovviamente nominare gli organismi di controllo e revisione. Ma gli indirizzi strategici verranno definiti necessariamente da Hera, che di certo non vorrà vedere svalutato il proprio investimento. In questo modo Aimag entrerà di fatto nella galassia Hera.
In teoria i comuni, con la diluizione delle quote, potrebbero vedersi ridurre la remunerazione del capitale. Ma visti i risultati degli ultimi dieci anni di gestione, nel medio termine questo potrebbe invece essere un' opportunità. Perché la netta riduzione del debito e una migliore gestione di Hera, oltre a una ridefinizione dei rapporti contrattuali con gli stessi comuni, potrebbero riportare utili e conseguenti dividendi. Di certo siamo di fronte all'ammissione del fallimento delle politiche degli ultimi 10 anni. E di questo qualcuno dovrà renderne conto.
Eli Gold
Eli Gold
Dietro allo pseudonimo 'Eli Gold' un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da 'Eli' ricade solo sul dirett.. Continua >>
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