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L'assessore regionale alla sanità dell'Emilia Romagna, Raffaele Donini, Pd di ferro, fedelissimo del presidente Stefano Bonaccini, baluardo della vaccinazione per tutti (a dispetto della assurda sovrapposizione no-vax - pacifisti), irreprensibile governista, ha tirato il sasso nella palude dell'interventismo italico. E, questa volta, non ha tolto la mano. 'La salute dei cittadini viene prima delle armi' - ha detto Donini. Una frase fino a ieri banale, ma che, nella folle rincorsa ai diktat statunitensi, il governo italiano ha fatto diventare rivoluzionaria.
La salute viene prima delle armi, l'aumento delle spese militari fino al 2% del Pil fa i pugni con quello che il nostro paese spende per la sanità. E l'unica cosa che va riarmata è la sanità stessa. Donini ha detto questo stamattina, in un 10 maggio caldo e quasi estivo. Lo ha scritto su Facebook.
A rischio di essere trasformato in un demoniaco Orsini o di essere gettato nella Geenna dei Cacciari o nel purgatorio delle Berlinguer, l'assessore alla sanità dell'Emilia Romagna ha gridato l'ovvio. E il Pd di Enrico Letta e del ministro alla Difesa Lorenzo Guerini sta a guardare. Proprio nel giorno in cui il premier Draghi incontra Biden (non a caso nel suo post Donini pubblica la foto del presidente del Consiglio) per sentirsi chiedere più armi pesanti e anche più uomini ai confini.
La salute viene prima delle armi. E aggiungiamo noi, le armi non sono strumenti di Pace, ma viceversa sono veicoli di guerra e di morte. Non è armando l'aggredito che si ferma l'escalation militare. Non è insultando i pacifisti (come da settimane avviene in Italia) che si fa un servizio alla verità.
Non è così che si allontana il rischio di un cataclisma nucleare. E dire no all'invio di missili, carriarmati e cannoni all'Ucraina non significa difendere Putin la cui azione sta provocando orrore e distruzione, ma semplicemente significa mettere un freno alla follia. Come ha detto il Papa, quello umile, quello con la croce di ferro al collo che tanto piaceva al Pd quando si lanciava nelle sue (sacrosante) difese degli immigrati e degli ultimi.
Fermare le armi significa fermare la follia che ha permesso di trasformare in eroe un presidente che si è permesso di fare la lista delle armi di cui aveva bisogno. Con tanto di foto tridimensionali (qui il video).
Gli eroi sono altri. Non Zelensky. E se a dirlo si rischia di finire dritti l'inferno, beh... Pazienza. In un Paradiso pieno di armi magari non si troverebbe nemmeno posto a sedere.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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