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Furti a raffica in zona musicisti, un vero assedio, come lamentano i residenti, senza che i loro appelli siano stati al momento ascoltati. Immigrato tunisino accoltellato alla Sacca da un connazionale e finito all'ospedale. Una donna aggredita, buttata a terra e rapinata di mattina in via San Pietro e finita in ospedale. La minaccia a mano armata subita da un albergatore da un bandito che lo ha affrontato con un coltello chiedendo soldi. L’aggressione ad un automobilista in via Piave a scopo di rapina con finestrino dell’auto in frantumi, finito pure lui in ospedale. Una banda di giovani fermati per spaccio in via Monte Kosica e poi arrestati perché trovati in possesso di hashish e cocaina. Una nuova razzia subita da un bar estivo di via Martinuzzi con gravi danni alla struttura del locale e sottrazione di generi alimentari e denaro.
La zona della Pomposa sempre presa di mira da sbandati e ubriachi, con gravi danni materiali ed economici ai locali e minacce ai clienti che poi si allontanano per evitare molestie. Ladri scatenati anche in via Emilia est con furti notturni a danno di negozi e bar e altri negozi scassinati di notte ma anche in pieno giorno in via Tagliazucchi e in via Triva, sempre nel quartiere senza pace della Sacca. Un immigrato trovato senza vita in un alloggio al Windsor Park. Altri episodi incresciosi avvenuti alla stazione delle autocorriere a danno di ragazze e donne. Il degrado senza fine del palazzone dell’R-Nord della Sacca, divenuto tristemente famoso, che continua a fungere da dormitorio di senza tetto, sbandati, drogati, prostitute, tutti immigrati spesso senza documenti, che ha indotto la stessa Coop ad annunciare il trasferimento in altra zona della città.
Una sorta di bollettino di guerra, questo, che racconta solo una parte di quello che è successo a Modena nello spazio di una settimana (Polizia e Carabinieri dicono infatti che non tutti i furti, le rapine e gli scippi vengono denunciati dai malcapitati cittadini) che fa giustizia delle dichiarazioni volutamente tranquillizzanti (ma a questo punto anche ridicole) dei nostri amministratori comunali che continuano a ripetere con noiosa retorica che Modena è una città “sicura, tranquilla, smart, attrattiva e attraente”. Quando anche Federconsumatori, dopo una sua indagine, afferma che i modenesi sono “insoddisfatti della pulizia di parchi e aree verdi” lamentando incuria e una insufficiente presenza del Servizio di igiene urbana non solo in centro storico ma anche nei quartieri.
Sindaco e assessori sono insomma smentiti da tutto quello che succede tutti i giorni a Modena , compresi fatti clamorosi. Tanto che se la città fosse amministrata da altri partiti, porterebbe sicuramente il Pd a scendere in piazza Grande per chiedere con slogan e cartelli le dimissioni degli amministratori con l’accusa di incapacità di governo della città, cosi come paralizzerebbe l’attività del consiglio comunale presentando decine di ordini del giorno di protesta con l’accusa di malgoverno e di tenere nascosti o minimizzati i gravi problemi di ordine pubblico, della sicurezza del cittadino, il grave stato di degrado umano e sociale che investe un pò tutti i quartieri, non solo quelli periferici come un tempo, ma ora anche il centro storico, le difficoltà in cui si trovano i disabili che lamentano di essere dimenticati dalla pubblica amministrazione a causa della carenza di infrastrutture, lo stato di abbandono e di incuria in cui vengono tenuti i parchi cittadini.
Secondo quanto ha pubblicato il “Sole-24 Ore” su dati del Viminale, Modena è al sedicesimo posto in sede nazionale per reati denunciati, terza per fenomeni di riciclaggio, tredicesima per furti, dodicesima per violenze sessuali e sesta per violenze su minori. E meno male che è provvidenzialmente intervenuto il blitz della Squadra mobile della nostra Questura che ha smantellato nelle settimane scorse una bene organizzata banda di sfruttatori che utilizzavano giovani tunisini clandestini giunti in Italia coi barconi e poi volutamente indirizzati sulla piazza di Modena per svolgere il lavoro di smercio e spaccio di droga e hashish. Dieci gli arrestati mentre gli altri sono stati allontanati dal territorio modenese. Illegalità e devianza che l’operazione della Polizia di Stato ha bloccato e che ha consentito di scoperchiare una triste realta di degrado morale e di sfruttamento minorile anche nella nostra città, di cui si aveva sentore, nonostante le continue assicurazioni del Comune e dei Servizi sociali che parlavano genericamente di “situazione sotto controllo”.
Poi l’altro scandalo: quello delle baby gang che imperversano da anni con gravi conseguenze negative per la frequentazione delle persone di strade e piazze del centro cittadino, specie nei mesi estivi, come hanno lamentato inutilmente e per lungo tempo i gestori dei locali pubblici. Fortunatamente anche questa emergenza è stata al momento bloccata dalla Polizia di Stato con una vasta indagine e uno specifico intervento. Nel frattempo, però, si è appreso da una ricerca dell’Università Cattolica di Milano su scala nazionale, che Modena ha il triste primato di essere considerata la “capitale delle baby gang”, un fenomeno sociale relativamente nuovo che porta i ragazzi ad atti di bullismo, di vandalismo, risse, percosse, furti, rapine, spaccio, disturbo della quiete pubblica, come sanno bene i gestori di ristoranti e bar del centro storico. Un fenomeno delinquenziale mai ammesso dai nostri amministratri comunali nella sua pericolosità e ampiezza, ma provato invece sulla loro pelle dai gestori dei locali (e loro clienti) come hanno più volte denunciato le loro associazioni, Confesercenti e Confcommercio.
I cittadini, le associazioni economiche, i comitati di protesta (praticamente uno ogni quartiere della città) chiedono che il Comune individui e anticipi il verificarsi di questi incresciosi episodi e queste situazioni di disagio e di malcontento della popolazione con gli strumenti che ha a disposizione all’interno della macchina amministrativa e non limitarsi ad emettere il giorno dopo comunicati nel quale si limita a dire che “il Comune ha presente il problema e che ha già progetti di intervento” perché nessuno ci crede più. Insomma meno annunci e proclami con comunicati ai giornali di mirabolanti progetti che non si sa se poi verranno relizzati e quando (come è già avvenuto per analoghe promesse non mantenute), meno ansia di protagonismo e di cerimoniosa retorica con foto di gruppo di sindaco e assessori subito diffuse dall’ufficio stampa a giornali e televisioni locali, con una volontà di ribalta mediatica che cerca di distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dai problemi veri e concreti di tutti i giorni. Meno demagogia, paternalismo, populismo, perbenismo e luoghi comuni, insomma.
Cesare Pradella