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Lega, Prampolini, il Palatipico e quegli 800mila euro all'anti-salviniano Miana

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Palatipico Srl fu lo strumento gestionale utilizzato dalla politica (Muzzarelli) e dalla parapolitica (Torreggiani) per l'operazione Giardini del Gusto


Lega, Prampolini, il Palatipico e quegli 800mila euro all'anti-salviniano Miana
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In città si era via via infittito il mistero attorno al candidato della Lega per piazza Grande. Bocche rigorosamente cucite per settimane, nessuna dichiarazione ufficiale, mutismo assoluto ai tavolini informali da bar fino ad ora avvenuti con le altre forze di centrodestra (con Michele Barcaiuolo per Fratelli d'Italia e con Forza Italia eternamente spaccata sulla faglia che divide le due anime del partito). Solo qualche indizio sulle caratteristiche del misterioso candidato leghista. Che è bastato al direttore de La Pressa, immaginiamo aiutato da qualche zelante uomo-Lega (uomo perchè le donne in Lega non hanno vita facile) per individuarne il nome. Si tratta, come è noto, di Stefano Prampolini, mite commercialista di provincia, uomo vicino ad un paio associazioni di categoria del mondo agricolo, con alle spalle un mandato da consigliere comunale di cui non sono rimaste tracce, ma soprattutto un ventennio di assenza e presa di distanza (almeno a noi così risulta) dalla politica attiva.

Non riuscivamo a comprendere il motivo di tanto riserbo sul nome di Stefano Prampolini, che la Lega attendeva di calare come un asso pigliatutto non appena fosse stata chiarita la volontà, confermata ieri dai leader di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia, di unire le forze in vista delle prossime elezioni amministrative.

Visionando, però, il curriculum di incarichi assunti in altrettanti imprese, consorzi e cooperative da parte di Prampolini, crediamo forse di aver compreso il motivo della riservatezza – unita ad un certo imbarazzo - dei commissari locali leghisti Stefano Bargi e Luca Bagnoli che insieme alla mente leghista Stefano Vernole (indecenti i suoi attacchi a La Pressa) tanto hanno fatto per riscoprire dai dorati anni 90 questo commercialista.
Ragione che è probabilmente da ascrivere ad una cooptazione, con una chiara matrice politica, di Prampolini nel ruolo di sindaco della Palatipico Srl.

Società, questa, finanziata dalla Camera di Commercio, dai Consorzi di Tutela e nata anche su volontà del mondo associativo agricolo, con il nobile intento di promuovere nel mondo le eccellenze enogastronomiche modenesi. Peccato che Palatipico srl verrà molto probabilmente ricordata per un unico fatto: la partecipazione in grande stile alla spartizione di fondi pubblici in occasione di Expo 2015. Sì, perché Palatipico Srl fu lo strumento gestionale e di “transito finanziario”, utilizzato dalla politica (Giancarlo Muzzarelli) e dalla parapolitica (Maurizio Torreggiani, al tempo in cui era presidente della Camera di Commercio) per fare la famosa operazione-Giardini del Gusto: l'assegnazione a Mismaonda, società del già ribelle Marco Miana (uomo anti-salviniano doc, poi riaddomesticato e ricondotto all'ovile dal sindaco di Modena Muzzarelli) di 800mila euro per realizzare i discutibili e poco apprezzati in termini di presenze “Giardini del Gusto” mentre andava in scena l'Esposizione Mondiale a Milano.

Talmente anti-salviniano, Miana, da postare qualche mese fa una finta foto di Salvini con un cartello razzista.



Ecco quei Giardini del Gusto vennero curati tre anni fa da Miana, sotto la supervisione dello chef stellato Massimo Bottura, ma, immaginiamo, con il benestare del collegio sindacale di Palatipico di cui, appunto, Prampolini era al tempo componente effettivo ed influente.

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