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La Pressa
Una rosa per ogni notte passata a chiedersi perchè. Una rosa per ogni offesa subita. Per ogni sguardo di disapprovazione e per ogni lacrima fatta cadere in silenzio. Una rosa per ogni preghiera e per ogni maledizione. Per ogni titolo di giornale offensivo e rabbioso. Una rosa anche per chi, pur fermamente contrario al passaporto sanitario, ha ceduto al ricatto e per questo, oggi, si sente sconfitto due volte e magari vorrebbe che la punizione, la condanna negli inferni del girone 'no vax' fosse eterna.
La rosa rossa lasciata questa mattina all'ingresso 1 del Policlinico di Modena, quello riservato ai dipendenti, è un omaggio a tutti i sanitari che per mesi hanno rinunciato al lavoro per difendere un principio. Per dire no a una norma politica inumana come quella del green pass e per ribadire il concetto, oggi rivoluzionario, che non vi è battaglia più giusta di quella combattuta per affermare quello in cui si crede rimettendoci del proprio.
A volte tutto quello che si ha.
Paragonati a terrapiattisti, ad evasori fiscali, a cani, a criminali, coloro che hanno deciso di non piegarsi alla follia del green pass, oggi meritano una rosa. Delicata ma forte, capace di non scendere a compromessi senza per questo svilirsi alla lotta nel fango, alla guerra tribale innescata dall'odio del 'noi' contro 'voi'.
Una rosa per ogni medico, infermiere, operatore sanitario che, spesso senza clamore, ha avuto il coraggio di rinunciare a stipendio, dignità professionale e a una fetta della propria identità.
Oggi, in quella rosa lasciata da una mano anonima, appesa con qualche pezzo di nastro adesivo a un portone, vi era il germe di una piccola rivoluzione moderna. E poco importa se qualcuno l'abbia strappata via, gettata o calpestata. Poco importa se tanti sorrideranno e riterranno esagerate queste stesse parole. Quel fiore di libertà e di umanità resta e, speriamo, possa ricompensare le lacrime versate e che ancora oggi un fetta di mondo si ostina a non voler capire.
Giuseppe Leonelli
Medici sospesi reintegrati, una rosa per ogni lacrima versata per difendere una idea

Oggi, in quella rosa lasciata da una mano anonima, appesa con qualche pezzo di nastro adesivo a un portone, vi era il germe di una piccola rivoluzione moderna


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La rosa rossa lasciata questa mattina all'ingresso 1 del Policlinico di Modena, quello riservato ai dipendenti, è un omaggio a tutti i sanitari che per mesi hanno rinunciato al lavoro per difendere un principio. Per dire no a una norma politica inumana come quella del green pass e per ribadire il concetto, oggi rivoluzionario, che non vi è battaglia più giusta di quella combattuta per affermare quello in cui si crede rimettendoci del proprio.
A volte tutto quello che si ha.
Paragonati a terrapiattisti, ad evasori fiscali, a cani, a criminali, coloro che hanno deciso di non piegarsi alla follia del green pass, oggi meritano una rosa. Delicata ma forte, capace di non scendere a compromessi senza per questo svilirsi alla lotta nel fango, alla guerra tribale innescata dall'odio del 'noi' contro 'voi'.
Una rosa per ogni medico, infermiere, operatore sanitario che, spesso senza clamore, ha avuto il coraggio di rinunciare a stipendio, dignità professionale e a una fetta della propria identità.
Oggi, in quella rosa lasciata da una mano anonima, appesa con qualche pezzo di nastro adesivo a un portone, vi era il germe di una piccola rivoluzione moderna. E poco importa se qualcuno l'abbia strappata via, gettata o calpestata. Poco importa se tanti sorrideranno e riterranno esagerate queste stesse parole. Quel fiore di libertà e di umanità resta e, speriamo, possa ricompensare le lacrime versate e che ancora oggi un fetta di mondo si ostina a non voler capire.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>
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