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Doveva essere la celebrazione del duo Salvini-Borgonzoni e invece la piazza di Bologna ha gettato una secchiata di ghiaccio sugli entusiasmi leghisti. Mentre al Paladozza risuonavano le note spensierate di Gianna Nannini, fuori in piazza Maggiore ieri sera una marea di persone ha voluto essere presente per dire no al Carroccio. Questo è un dato di fatto e va registrato. Il primo round del tandem Salvini-Borgonzoni contro Bonaccini è finito 5 a 15, o meglio 5000 a 15mila (coi 5mila neppure tutti emiliani), per il governatore uscente.
La partita è ancora aperta, ovviamente, ma per la Lega l'avvio ufficiale della campagna elettorale non è stato positivo. E nasconderlo, minimizzare, peggio ancora deridere quella marea di persone, non solo di sinistra o 5 Stelle, non è molto lungimirante. Ma questo sta facendo il popolo salviniano.
Perchè questa è oggi l'alternativa in campo rispetto al Sistema 70ennale Pd: una alternativa che riesce nell'impresa di mobilitare contro di sè 15mila persone e di regalare ai media una foto di una piazza strapiena che cancella il mega evento organizzato tra le mura del Paladozza.
Eppure mancano 2 mesi e mezzo al voto e forse il tempo per una autocritica c'è ancora. La Lega in Emilia Romagna deve prendere atto (come avrebbe dovuto farlo a Modena) di non rappresentare solo se stessa, ma deve sentire sopra le sue spalle il peso della responsabilità di una intera fetta di cittadini che chiedono di spezzare il Sistema di potere di centrosinistra. Gente che magari con la Lega non ha nulla a che fare, gente magari di sinistra che chiede semplicemente quella alternanza la cui assenza ha creato mostri nel nostro territorio.
E, ovviamente, il riferimento non è a Bonaccini.
La Lega ha questa responsabilità. La responsabilità di essere capofila di un fronte comune largo e plurale, speculare a quello che - in modo astuto e politicamente chirurgico - sta creando Bonaccini. Ma al momento i dirigenti del Carroccio non sembrano intenzionati a percorrere questa strada preferendo il tepore rassicurante degli slogan identitari, delle strizzate d'occhio alla destra estrema e delle boutade anti-immigrati. Un tepore che la piazza di Bologna ieri ha decisamente raffreddato.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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