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Da mesi tutti gli osservatori affermano che il Pd di De Pascale abbia la vittoria in tasca, per notevole distacco. La stessa Premier Meloni, di quelli sempre a testa alta, ha preferito non metterci la faccia e disertare l’evento bolognese di chiusura della campagna elettorale.
Ma perché si attende una vittoria così schiacciante della sinistra nonostante la devastante gestione del nodo idraulico e le molteplici alluvioni? Nonostante le dimissioni anticipate di Bonaccini, che aveva giurato e spergiurato che avrebbe onorato e completato il mandato e che invece ha cercato una comoda poltrona in Europa? Nonostante una sanità regionale in caduta libera, con interminabili liste d’attesa, prevenzione al lumicino, diversi ospedali fatiscenti, strutture nuove sempre promesse e mai realizzate e operatori sanitari in fuga libera?
Il problema è davvero il livello totalmente insufficiente della proposta del centrodestra? O, come qualcuno afferma, i problemi sono da cercare altrove? Per esempio nell’assoluta mancanza di spirito critico e onestà intellettuale dei media, che riescono sempre a nascondere le responsabilità della sinistra, inventandosi giustificazioni di ogni genere? Quasi come fossero sotto controllo di qualche non meglio identificata piovra?
O che la gente non attribuisca tutte le colpe al Pd? Ok, a un’analisi appena più approfondita pare facile e populista dare la colpa delle alluvioni in Emilia a Bonaccini e a tutto il centrosinistra e in Sicilia, Veneto, Liguria e altre regioni alle forti piogge. Così come pare facile criticare la sanità emiliana senza confrontarla con quella calabrese. Ma questo relativismo è troppo di comodo: perché, parafrasando Bonaccini, la nostra regione è al top per economia e surplus commerciale – che dipendono da chi lavora e non dalla politica: e allora vogliamo esserlo anche per tutto il resto, specie se dipende dalla politica.
Ma allora che sia colpa dell’astensione? Che a un elettore su due non interesserebbe chi amministra il proprio territorio? In realtà l’affluenza alle regionali del gennaio 2020 fu del 68% e Bonaccini, al quale bastava la maggioranza relativa, superò il 51%.
Ci spiace: preferiamo invece pensare che la colpa sia davvero il livello totalmente insufficiente della proposta, dell’offerta di centrodestra. Della scelta completamente sbagliata del candidato Elena Ugolini di Comunione e Liberazione. Una Ugolini che non è riuscita a sfondare fra l’elettorato perché non è stata in grado di offrire agli elettori un punto programmatico, un messaggio, uno slogan che fosse uno. Perché non è stata capace non solo di contraddistinguersi in positivo rispetto a De Pascale, non avendo mai fatto confronti: ma neanche di dare agli elettori qualcosa di simbolico per fare ricordare il suo nome in cabina. Esattamente come accadde con la leghista Lucia Borgonzoni nel 2020. Esattamente come accaduto con i candidati a Modena, Carpi, Sassuolo qualche mese fa.
E a cascata i candidati al consiglio regionale. Scelti, mai come prima di questa tornata, fra ex consiglieri dalle mille casacche, amici di, figli di, mogli di, cugini di. Abili a contendersi le preferenze dei propri accoliti e fedeli, ma - salvo pochissime eccezioni - senza capacità né possibilità di trovare consensi al di fuori dei propri bacini elettorali.
E allora altro che sondaggi: alle Europee finì con 15 punti di distacco, e finirà allo stesso modo.
Eli Gold
Eli Gold
Dietro allo pseudonimo 'Eli Gold' un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da 'Eli' ricade solo sul dirett.. Continua >>