Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
'Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome, senza più forza di ricordare, vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d'inverno. Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per via, coricandovi, alzandovi. Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi'.
Queste parole di Primo Levi rimbombano ancor oggi a Roma e a Modena. Liliana Segre, deportata ad Auschwitz, matricola 75190, una delle ultime testimoni dell'orrore della Shoah, viene bersagliata di insulti sui social e da oggi è sotto scorta armata.
E, sempre oggi, a Modena, come avvenuto a Roma in Parlamento (peggio rispetto a quanto accaduto a Roma perchè qui si trattava di esprimere solidarietà di fronte alle minacce e agli insulti subiti), quattro consiglieri Lega su sette hanno deciso di non alzarsi in piedi nel momento in cui il presidente del Consiglio comunale ha omaggiato la 89enne senatrice a vita.
Antonio Baldini, Giovanni Bertoldi, Beatrice De Maio e l'ex candidato sindaco Stefano Prampolini, tutti seduti. Tutti a parte Luigia Santoro, Alberto Bosi e Barbara Moretti, con la Santoro che ha guardato i colleghi di partito, ella stessa sgomenta, restare immobili a fronte di un'aula tutta in piedi (compreso Forza Italia e compresa la consigliera di Fratelli d'Italia-Popolo della Famiglia Elisa Rossini). Un gesto che arriva dopo poche ore dalle dichiarazioni di solidarietà alla Segre espresse dalla stessa candidata presidente della Lega in Emilia Romagna Lucia Borgonzoni.
'Oggi, assieme ad altri consiglieri leghisti, ho deciso di non aggregarmi all'ennesima strumentalizzazione che la sinistra ha tentato di fare, in questo caso nella mia città, sul caso delle offese diffuse sul web contro la Senatrice Segre - afferma sui social la De Maio -.
Nessuno mette in discussione l'umana e doverosa solidarietà verso la senatrice Segre, ma é ora di dire basta a coloro che vogliono darci lezioni di democrazia. Qualcuno si é forse dimenticato gli attacchi quotidiani che subiscono i leader Lega e Fdi?'. 'Il Pd ci accusa per non esserci alzati ad applaudire per la senatrice Segre - rincara la dose Bertoldi - come se si trattasse di un atto antisemita. Niente di più falso. Non applaudo alla strumentalizzazione di una degna persona vittima della violenza per fare passare una commissione liberticida che introdurrà lo psico reato di orwelliana memoria'. 'Io e la Moretti ci siamo alzati in piedi per solidarietà e rispetto verso una donna che ha sofferto tantissimo' - ha invece tenuto a puntualizzare il consigliere leghista Bosi.
Ora una cosa va detta. Banale, con parole semplici. Liliana Segre non è una 'degna persona vittima di violenza generica', quello che questa donna rappresenta non ha nulla a che vedere con presunti 'attacchi a leader Lega o Fdi'. Non alzarsi di fronte a questa donna, o meglio, non inginocchiarsi ai suoi piedi, non chiederle perdono ogni giorno per quello che ha dovuto subire è semplicemente indecente. Non è una strumentalizzazione inginocchiarsi: è un dovere. L'Italia è stata complice dell'abominio nazifascista e ogni distinguo rispetto alla Memoria dell'Olocausto e alla vicinanza dei pochi superstiti rimasti è una vergogna per tutti. Peggio è un varco nella possibilità che l'inferno si ripeta. Tra i sorrisi degli impiegati e i silenzi dei funzionari. Per questo le parole di Levi devono restare Bibbia per le future generazioni: non omaggiare il simbolo vivente dell'Olocausto con sofismi retorici di qualsiasi tipo, indipendentemente dal partito di appartenenza, è una bestemmia. Peggio di una bestemmia. 'Vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi'.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>