Carceri: a 4 mesi dalle rivolte, 13 morti senza verità
Con 5 detenuti morti all'interno e altri 4 morti durante il trasferimento, il carcere di Modena fu quello dove la rivolta dal 7 al 10 marzo provocò una strage
Cinque detenuti morirono durante la sommossa mentre altri quattro durante il trasferimento in altre carceri. Oltre a questi, altri tre sono morti invece nel carcere di Terni e uno in quello di Bologna. Quei morti sembrano dimenticati. Eppure non era mai accaduto, nella storia d'Italia dal secondo dopoguerra ad oggi, che si consumasse nelle carceri una simile tragedia.
Eppure su quelle morti è calato il silenzio. Un silenzio assordante tanto più quanto il contesto in cui sono maturate hanno messo e mettono in luce i nodi critici storici del sistema carcerario.
Le rivolte sono scoppiate nel pieno della pandemia da Covid-19 e sono da collegare a due fattori: il sovraffollamento e la tensione crescente in quei giorni per il rischio di contagio e per la sospensione dei colloqui con i parenti e di ogni attivita' trattamentale. Un mix esplosivo, che in molte carceri ha trovato sfogo in proteste pacifiche, mentre in altre in barricate, incendi, devastazioni e saccheggi. Come a Modena dove il carcere e' stato chiuso perche' inagibile e i detenuti trasferiti in altre citta'.
Sono 40 gli agenti della polizia penitenziaria feriti. Il Garante nazionale delle persone detenute o private della liberta', Mauro Palma, nella relazione al Parlamento ha annunciato, il 26 giugno scorso, che per i 13 deceduti seguira' le indagini in corso attraverso la nomina di un proprio difensore e di 'un consulente medico legale per le analisi degli esiti autoptici'.
Per i nove morti detenuti a Modena, il consulente legale del Garante nazionale e' Cristina Cattaneo, ordinario di Medicina Legale all'Universita' degli Studi di Milano e direttore del Labanof, il Laboratorio di antropologia e odontologia forense della stessa Universita'. Una scienziata gia' molto nota per i tanti casi sui quali e' stata chiamata a fare luce e per il progetto, portato avanti da anni, di restituire un nome ai migranti morti in mare. Anche in questa vicenda i nomi hanno un significato importante. Dopo le rivolte, per molti giorni non si e' saputo i nomi di chi era morto. E ancora oggi non sono note le cause.
Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, intervenendo l'11 marzo al Senato aveva affermato che 'dai primi rilievi, sembrano per lo piu' riconducibili all'abuso di sostanze sottratte alle infermerie durante i disordini'. Sarebbero morti per overdose di metadone. Una spiegazione che non soddisfa, nemmeno in parte, il desiderio di giustizia e verità espresso dalle famiglie delle vittime
Tanti gli interrogativi senza risposta, e i più forti da lasciare senza risposta, riguardano proprio Modena. Come e' possibile che ben quattro detenuti del carcere di Modena siano deceduti durante il trasporto in altri istituti penitenziari? Chi ha stabilito che potessero affrontare il viaggio invece di essere ricoverati in ospedale? C'e' infine il capitolo delle presunte violenze sui detenuti da parte degli agenti della Polizia penitenziaria dopo che le rivolte erano cessate. Quindi violenze non per sedare la ribellione, ma per punire. L'associazione Antigone ha presentato quattro esposti ad altrettante Procure. E anche il Garante dei detenuti di Milano, Raffaele Masto, ha inviato un'informativa alla Procura della Repubblica dopo aver ricevuto diverse segnalazioni da parte di parenti dei reclusi del carcere di Opera. I nomi dei detenuti morti, diffusi dall'agenzia Dire sono: Salvatore Piscitelli Cuono (40 anni), Hafedh Chouchane (36 anni), Slim Agrebi (41 anni), Alis Bakili (53 anni), Ben Masmia Lofti (40 anni), Erial Ahmadi (36 anni), Arthur Isuzu ( 30 anni), Abdellah Rouan (34 anni), Hadidi Ghazi (36 anni), Marco Boattini (35 anni), Ante Culic (41 anni), Carlos Samir Perez Alvarez (28 anni), Haitem Kedri (29 anni).
Da anni Lapressa.it offre una informazione indipendente ai lettori, senza nessun finanziamento pubblico. La pubblicità copre parte dei costi, ma non basta. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci segue di concederci un contributo. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, è fondamentale.

Deceduta la donna colta da malore e soccorsa a Fanano: sull'emergenza cresce il timore

Modena, azienda trasporti: omesso versamento Iva per 1,3 milioni

Modena, schianto in via Emilia ovest: gravissimo pedone 38enne

Modena, autista Seta aggredito a Guiglia da un passeggero: finisce al pronto soccorso
Articoli Recenti
Modena, marocchino aveva 1,6 chili di hashish in casa: agli arresti domiciliari

Autista Seta mandato al pronto soccorso, l’aggressore è un minorenne tunisino

Matrimonio fittizio con italiana di 27 anni in più: rimpatriato tunisino

Vignola: casolare abbandonato e distrutto dalle fiamme, evitata l'esplosione di bombole di gas