'La montagna che frana, Braglia ha ragione ma coinvolga il Burana'

Stefano?Pelliciari, consigliere Consorzio Bonifica Burana, sulla situazione del territorio montano dopo le recenti nevicate
'C'è un'italia che sta analizzando il dopo voto, un'italia che urla e grida a priori e poi c'è un'italia che giorno dopo giorno cerca di fare al meglio il proprio lavoro facendo fronte ai problemi di tutti i giorni con le pochissime risorse che ha a disposizione. Ecco quest'ultima dopo le stra-abbondanti nevicate, le frane, ed il mal tempo è in attesa di risposte e sostegno concreto'. Quest'appello lanciato sui social dal sindaco di Palagano Fabio Braglia viene accolto da Stefano Pelliciari, consigliere Consorzio Bonifica Burana.
'Non si danno alla montagna le risorse per fare prevenzione O non si vanno a prendere? - si chiede Pelliciari -. Facciamo nostre le parole del sindaco Fabio Braglia ed insisteremo all’interno del Consorzio di Bonifica Burana affinchè le risorse derivanti dai consorziati montani, come descritto dalla legge regionale 7 del 2012, vengano investite nella prevenzione delle tantissime zone a rischio idrogeologico. Senza polemica invitiamo il sindaco a fare lo stesso prendendo contatto con i vertici del Consorzio e la Regione Emilia Romagna affinchè possano essere realizzati progetti di messa in sicurezza delle tante zone a rischio, chiedendoci la ragione del fatto che non siano state poste queste sensate richieste negli anni passati'.
'La situazione venutasi a creare evidenzia un costante abbandono del territorio da parte di tutti gli Enti coinvolti e lo scenario evidenza due casistiche:
1) Le richieste sono state fatte ma sia la Regione che il Consorzio si sono dimostrati incuranti dell’emergenza in atto
2) Non sono state fatte le necessarie richieste sia alla Regione che al Consorzio evidenziando un disinteresse nell’ambito territoriale da parte delle Amministrazioni preposte E’ ora di cambiare linea e che ogni Ente si assuma la responsabilità del proprio agire'.
'I denari derivanti dal contributo montano, che i consorziati versano a Burana, si aggirano ogni anno intorno ai 1.400.000 euro e solo il 45% di essi vengono investiti in lavori di prevenzione idrogeologica. La legge regionale 7 / 2012 prevede che il Consorzio debba trattenere da questi contributi solo le spese generali necessarie al funzionamento dell’Ente e che il restante debba essere speso per realizzare interventi utili al territorio - chiude Pelliciari -. I fondi destinati a lavori effettivi nel 2012 erano appena 304.000 euro su di un totale di contributi montani di 1.290.000 euro, che sono pian piano andati a salire, anche grazie al nostro contributo all’interno del Consiglio di Amministrazione, secondo questa tabella:
'Se pensiamo che il Consorzio afferma di spendere (dati 2016) circa 384.000 euro all’anno come costo del personale per la gestione dei progetti montani, che non esistono sedi operative nel comparto montano che generano costi per l’Ente, che tutti i progetti vengono affidati per la realizzazione ad aziende private, non si capisce come mai il Consorzio abbia investito solo 627.000 euro a fronte dei circa 1.368.000 euro di contributi dei consorziatio almeno lo si capisce solo se consideriamo i 470.000 euro che dicono essere di costi promiscui. Auspichiamo quindi una diminuzione di costi non oggettivamente usati per interventi di presidio drogeologico, sostenuti da una gestione amministrativa più oculata, e di conseguenza maggiori investimenti allo scopo di preservare realmente i cittadini montani dai rischi a cui stiamo assistendo in queste giornate'.
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