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Dig Festival, 150mila euro di soldi pubblici: 100mila dal Comune di Modena, 50mila dalla Regione

Dig Festival, 150mila euro di soldi pubblici: 100mila dal Comune di Modena, 50mila dalla Regione
Dig Festival, 150mila euro di soldi pubblici: 100mila dal Comune di Modena, 50mila dalla Regione

Lo ha detto il giornalista Alberto Nerazzini, direttore di Dig Festival, in risposta all'unica domanda da noi posta, dopo 90 minuti di conferenza stampa con solo intervento di organizzatori, sponsor e amministrazione comunale, sulle motivazioni del finanziamento e la trasparenza della spesa

Lo ha detto il giornalista Alberto Nerazzini, direttore di Dig Festival, in risposta all'unica domanda da noi posta, dopo 90 minuti di conferenza stampa con solo intervento di organizzatori, sponsor e amministrazione comunale, sulle motivazioni del finanziamento e la trasparenza della spesa


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'Quest'anno abbiamo avuto un finanziamento dal Comune di Modena da 100mila euro in due tranche, è la prima volta che è di questa entità. Nei bilanci pubblici sono comunque specificate voce per voce tutte le entrate. Per quanto riguarda i fondi pubblici, insieme ai 100mila euro dal Comune (che destina anche quelli di Fondazione Modena), va citata l'entrata che arriva dalla Regione Emilia Romagna pari a 50mila euro, ovviamente rendicontati. In più l'anno scorso abbiamo avuto 10mila euro dal Ministero della Cultura'.Lo ha detto il giornalista Alberto Nerazzini, direttore di Dig Festival, oggi alla presentazione del Festival internazionale del giornalismo investigativo in programma a Modena nei prossimi giorni e rispondendo alle domande poste da La Pressa che un mese fa aveva riportato la delibera comunale nella quale si elargiva il maxi finanziamento. Un finanziamento pubblico di gran lunga superiore a quello concesso alla maggior parte degli altri 9 festival di cui si compone la stagione (dei festival appunto), lanciata dall'Amministrazione comunale. Domande che sono state possibili solo dopo un'ora e mezza di conferenza stampa programmata evidentemente per fare parlare solo i relatori. Oltre sindaco, assessore e sponsor che hanno definito DIG un festival di cui c'è assolutamente bisogno, e finanziatori privati tra cui Legacoop invitata a parlare con il suo rappresentante, gli organizzatori.
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Decisi ad illustrare pagina per pagina l'intero, corposo, programma, già consegnato per altro in una cartellina stampa. Utile semmai a stimolare domande da fare seguire alle dichiarazioni e ai saluti degli intervenuti e non per essere letto quasi integralmente. Come invece è accaduto. Di fronte a tale reale prospettiva, dalla mezz'ora dall'inizio, hanno abbandonato la sala nell'ordine il sindaco, (al quale abbiamo mostrato il nostro dispiacere perché la domanda che avremmo fatto poco dopo sarebbe stata anche per lui), insieme al suo staff della comunicazione, poi assessore, poi presidente della Fondazione Modena poi il rappresentante di Legacoop e di altri sponsor, e poi, alla spicciolata tutti i giornalisti, compresi quelli inseriti tra i collaboratori della rassegna. Nessuno ha retto ad un tale allungamento dei tempi, anomalo, soprattutto per una conferenza stampa dove l'ufficio comunicazione aveva già stampato ed elencato tutto in una comoda cartellina.
Alle 12,30 se ne erano praticamente andati via tutti. In una sala rimasta ormai vuota, gli organizzatori, allo scoccare delle ore 12.30, continuavano ad illustrare un programma nei dettagli, al vuoto in presenza.
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O meglio, a ciò che li era rimasto: l'ufficio stampa della manifestazione, sistemato all'ingresso e in ultima fila, e a noi, imperterriti e resistenti in seconda. Immersi in un mare di sedute vuote. Loro, come se la sala fosse ancora piena, continuavano a parlare, fino allo scoccare delle 12,40 circa, quando il direttore Nerazzini ha salutato e ringraziato. Escludendo di fatto che ci potessero essere domande. Tanto più quelle domande che erano state osannate ad inizio conferenza come elementi fondanti del giornalismo che vuole esprimere la propria essenza, scavando e andando oltre le apparenze ed il racconto ufficiale. Timidamente abbiamo ricordato che una conferenza stampa è fatta anche, anzi soprattutto, per quello: per fare e ricevere domande.
La nostra, dopo quasi due ore, ha riguardato ciò che avevamo pubblicato, ovvero la determina con cui il Comune di Modena riconosceva al Festival, attraverso Fondazione Modena, 100.000 euro. In due tranche: la prima come anticipo prima della presentazione del programma, e la seconda a programma consegnato. Consapevoli dell'importanza, della consistenza e della qualità del programma presentato, ma anche dell'importanza di garantire trasparenza sul presupposto di una tale spesa pubblica e, possibilmente della possibilità di conoscerne la destinazione. Considerando anche il fatto che, per esempio, la rassegna dei film organizzata all'Astra, è a pagamento.
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Del resto, lo stesso direttore, nel ringraziamento al sindaco, aveva affermato che il festival non potrebbe esistere senza soldi pubblici. Evidentemente, quello in particolar modo se si considera, per esempio, a raffronto, che una manifestazione come Mutina Boica, inserita nel calendario dei 10 festival, aveva ricevuto dal Comune 7000 euro. Al netto dei finanziamenti che l'associazione di riferimento e il festival ricevono già, anche rispetto al sostegno dei singoli eventi, da altre fondazioni o realtà oltre Modena, dal crowfounding in corso, e da sponsor privati modenesi. Dei quali, chiaramente, non ci occupiamo.
Nella sua lunga ed articolata risposta nel merito della circostanziata domanda sui soldi pubblici per questa edizione, il Direttore Nerazzini ha confermato i 100.000 euro come da determina del comune di Modena e altri 50mila euro dalla Regione Emilia Romagna. 'Parliamo quindi di 150mila complessivi di soldi pubblici, a fronte di una edizione, quella dello scorso anno, costata 212mila euro' - ha aggiunto Nerazzini con tono piuttosto contrariato. Soprattutto nel riferimento al fatto che nell'articolo di un mesetto fa avevamo sottolineato come 50.000 euro fossero anche il deficit dichiarato dalla stessa associazione sul proprio sito insieme all'invito ad aderire alla raccolta fondi (crowfounding) per il proprio sostentamento. Crowdfunding funzionale 'anche per far fronte ad attacchi giudiziari che stiamo dignitosamente affrontando' - ha sottolineato Nerazzini, oltre ai costi elevati dell'accoglienza dei numerosi ospiti in una città come Modena'Nel video la domanda e l'intera risposta

I commenti

'Modena e DIG Festival hanno un rapporto sempre più stretto che desideriamo ulteriormente consolidare - ha detto il sindaco di Modena Massimo Mezzetti -. In questo particolare momento storico, sia del nostro paese sia del mondo, avere una manifestazione come DIG fa la differenza per la città di Modena. Queste giornate sono rivolte a tutte le persone che hanno voglia di capire e approfondire, che non si accontentano e sono alla ricerca di un'informazione che prende posizione con nettezza. Credo sia anche questo il motivo per cui in questi anni, assieme al rapporto con la città, è cresciuta la capacità di DIG di attrarre un pubblico sempre più numeroso di giovani. Bentornato quindi, non c'è Modena senza Dig e non c'è Dig senza Modena'.'DIG è un festival necessario; per la città di Modena, rappresenta un appuntamento molto importante, giornate di confronto, ascolto, di impegno civile - ha sottolineato Andrea Bortolamasi, assessore alla Cultura del Comune di Modena - In un mondo dove l'informazione è sotto attacco, DIG rappresenta un riferimento di libertà e partecipazione. Un appuntamento culturale, cresciuto negli anni insieme all'ecosistema culturale della città, proponendo una pluralità di linguaggi diversi: audiovisivo, arti figurative, musica, in un caleidoscopio di appuntamenti e iniziative che contraddistinguono il programma del Festival. Continueremo a sostenere DIG, certi che questo festival abbia trovato nella nostra comunità cittadina un terreno fertile dove proseguire il suo percorso'.
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