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'E' successo, ancora una volta, e questa volta è toccato al personale, ai colleghi del Pronto Soccorso del Policlinico di Modena a cui va tutta la nostra solidarietà'. Queste le parole di Nicola Maria Russo (
nella foto), segretario Generale territoriale della Uil Fpl Modena-Reggio Emilia sull'aggressione
consumatasi pochi giorni fa al Pronto soccorso di Modena per mano di ventiquattrenne senza fissa dimora.
'Condanniamo il gesto evidenziando la professionalità del personale del PS e della vigilanza che ha consentito di contenere l’aggressore ed evitare che ferisse i pazienti in attesa e i loro famigliari. In quattro hanno dovuto ricorrere alle cure dei sanitari, una giovane accompagnatrice contusa, un’infermiera strattonata per i capelli, un’operatrice socio sanitaria e una guardia giurata - ricorda la Cisl -.
Il giovane era stato accolto al triage alle 19.39 e dopo pochi minuti ha cominciato a dare in escandescenza nei confronti di alcuni pazienti in attesa e dei loro famigliari'.
'È necessaria una programmazione seria per fermare le aggressioni al personale sanitario - afferma Nicola Maria Russo -. Le cronache di quest’ultimo periodo riportano con sempre maggior frequenza episodi di violenza nei confronti dei nostri professionisti, sempre più esposti al rischio di subire aggressioni da pazienti e familiari. Si tratta di eventi che possono portare a gravi lesioni. Ribadisco piena solidarietà ad infermieri, medici, OSS ed in generale a tutto il personale che si trova quotidianamente a lavorare in condizioni sempre più difficili, stremati dall'eccessivo carico di lavoro e sempre più spesso vittime di violenze verbali e fisiche.
La triste constatazione è che niente di strutturale si faccia per uscire da quella che sta diventando una brutta consuetudine. Si procede solo a dichiarazioni di sdegno e magari a un giusto ringraziamento'.
'Crediamo che la maggior parte degli atti di violenza contro gli operatori sanitari siano prevenibili, contrariamente al pensiero fatalistico di qualche dirigente o preposto per la sicurezza. Per questo, al fine di prevenire questi avvenimenti, chiede con forza alla direzione generale dell'AOU, di adempiere tempestivamente agli obblighi. Occorre prima di tutto effettuare un’approfondita, dettagliata, e precisa valutazione del rischio “aggressione” nelle strutture dell’azienda partendo dalle realtà più a rischio, come i fatti lo dimostrano, e cioè i Pronto soccorso. In secondo luogo adottare le idonee misure preventive e protettive, individuate nella valutazione di cui sopra, che consentano l’eliminazione o la riduzione delle condizioni di rischio presenti nelle strutture aziendali e in terza istanza applicare immediatamente la “Raccomandazione per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari” del Ministero della Salute del novembre 2007, rivolta a tutte le strutture sanitarie ospedaliere e territoriali. Si tratta di un documento illuminante e di riferimento, che nelle nostre aziende non ha mai avuto piena applicazione e con cui s’intende incoraggiare l’analisi dei luoghi di lavoro e dei rischi correlati e l’adozione di iniziative e programmi, volti a prevenire gli atti di violenza e/o attenuarne le conseguenze negative'.
'Oltre all’adozione delle azioni previste nella Raccomandazione n. 8 del Ministero della Salute, Si propone di: aumentare le risorse umane, la sperimentazione di turni più corti che possano contribuire ad avere il personale sanitario più lucido e sicuramente più accorto nella gestione di eventuali “problematiche” che potrebbero insorgere, elaborare progetti educativi rivolti anche agli utenti e a livello legislativo elaborare una specifica disciplina in ambito prevenzionistico. Inoltre occorre implementare la partecipazione da parte dell’azienda a sostegno dell’aggredito, come costituirsi parte civile nel procedimento ogniqualvolta si verifichino atti di violenza e aggressione a danno degli operatori sanitari, oppure potrebbe sostenere le spese legali del dipendente aggredito, elaborare una procedura aziendale per la prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari, prevedere anche zone di sicurezza dove il personale può rifugiarsi in attesa del soccorso da parte di altri operatori esterni, il ripristino o rafforzamento della presenza delle forze dell'ordine all’interno dei nostri presidi e la definzioni di un protocollo d’intesa tra le Aziende Sanitarie di Modena,la Prefettura e forze dell’ordine che regolamenti le modalità di collaborazione per la gestione di questi casi'.