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In Emilia-Romagna ci sono oltre un milione di anziani (pari al 23,4% della popolazione), di cui 565 mila hanno piu' di 75 anni. Si stima che questi ultimi nel 2035 supereranno i 625.000, mentre gli over 65 possono contare su un'aspettativa di vita in buona salute di 10 anni.
È il quadro demografico con cui deve misurarsi anche l'Emilia-Romagna, cosi' come l'Italia e i Paesi occidentali, per favorire la partecipazione attiva di questi cittadini alla vita della comunita', favorire le opportunita' di aggregazione e di scambi intergenerazionali, promuovere stili di vita sani e ricchi di relazioni. Il tema e' al centro del convegno 'Comunita' e benessere dei cittadini fragili: un difficile equilibrio tra complessita' e sostenibilita'' che si e' svolto a Pavullo nel Frignano (Modena) al Centro servizi per la terza eta' Francesco e Chiara.
'In una regione con una forte presenza di anziani, il cui numero aumentera' nei prossimi 20 anni di oltre il 22%, credo sia compito della politica investire in un welfare in grado di valorizzare le capacita' e le aspirazioni che le persone non piu' giovani hanno in grande quantita' e garantire un invecchiamento attivo, buone condizioni di salute e servizi all'altezza dei bisogni- ha detto Stefano Bonaccini, presidente della Regione in apertura del convegno- A questo obiettivo guarda il nuovo Piano socio-sanitario, con cui abbiamo ridisegnato alcuni dei principali servizi rivolti agli anziani: in primo luogo l'assistenza domiciliare, la prevenzione dei rischi per la salute, il sostegno alle persone non autosufficienti e alle loro famiglie'.
Attraverso il Fondo regionale per la non autosufficienza, la Regione ha investito nel 2016 oltre 471 milioni di euro per lo sviluppo della rete di servizi socio-sanitari, residenziali e semiresidenziali e la realizzazione di interventi di natura assistenziale ed economica per il mantenimento al domicilio degli anziani non autosufficienti.
L'Emilia-Romagna e' una delle poche Regioni ad avere avviato dal 1999 un Progetto Demenze a cui partecipano Ausl, Aziende ospedaliere, Comuni, associazioni dei familiari e di volontariato. Il Piano regionale della prevenzione e programmazione locale per il benessere sociale e la salute, la Regione sostiene programmi e interventi specifici che vedono impegnate in modo diretto le comunita' locali, non solo istituzionali, come le Case della salute. Queste sono un punto di riferimento per l'accesso alle cure primarie, la gestione di patologie croniche e percorsi diagnostici che non necessitano di ricorso all'ospedale. Sono le equipe delle Case della salute a elaborare i profili di rischio di fragilita' (Risk-ER) per identificare i cittadini in condizioni di salute a rischio e intervenire in modo appropriato. Tra gli strumenti messi in campo dalla Regione c'e' il Progetto di telemedicina che offre assistenza sanitaria e monitoraggio costante dei parametri vitali, in caso di patologie a rischio, ai cittadini anziani o vulnerabili residente in aree disagiate e difficili da raggiungere.