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'Adesso basta, riprendiamoci la scuola'. E' questo il titolo della manifestazione che si terrà oggi a partire dalle 15 in piazza Grande a Modena. Una manifestazione annunciata due giorni fa, ma che arriva all'indomani della scelta della Regione Emilia Romagna di chiudere le aule delle scuole superiori fino al 25 gennaio prolungando dunque la didattica a distanza.
'Governo e Regioni richiudono le scuole prima di averle riaperte - afferma il Comitato Priorità alla scuola - Gli striscioni lasciati davanti alle scuole il 23 dicembre parlavano chiaro 'Ci rivediamo il 7 gennaio!', ma così non è stato. Il disprezzo che le istituzioni hanno verso il mondo della scuola si manifesta anche con il tempismo nell’annunciare le proroghe della chiusura: sempre poche ore prima della agognata riapertura, rendendo così inutile il lavoro svolto in ciascun istituto, vane le attese e l’impegno di insegnanti, personale ATA, studenti-esse e famiglie.
Dall’estate la scuola è stata prostrata da richieste di adeguamento continue e contraddittorie, in spregio a ogni vitale programmazione, sia sul piano strettamente organizzativo che su quello pedagogico. Così facendo questo governo ha minato quotidianamente la residua credibilità della scuola pubblica, già mortificata da decenni di tagli ai finanziamenti e di marginalizzazione nell’agenda politica'.
'Basta con la retorica della scuola che non ha chiuso: le scuole sono aperte quando allievi-e e insegnanti ci sono dentro insieme, altrimenti sono chiuse e basta. La scuola aperta è quella che insegnanti e studenti-esse di PAS hanno fatto in strada a partire da novembre. Non intendiamo accettare in silenzio la dissoluzione del secondo anno scolastico di fila, né che la proroga della chiusura stia diventando scontata e “naturale”.
Le scelte del governo e degli amministratori locali sono fatte, al solito, sulla pelle dei e delle minori, ignorando deliberatamente quanto sempre più voci autorevoli denunciano, ogni giorno: sulla base degli studi scientifici più accreditati, la scuola non è un luogo prioritario di contagio e la chiusura delle scuole – a meno che non sia accompagnata da un lockdown totale – è una misura che non ha nessuna efficacia per il contenimento della pandemia. I danni cognitivi, psico-fisici e socio-economici provocati dal protrarsi della didattica a distanza sono invece gravi e ormai rischiano di essere irreparabili - aggiunge il Comitato -. La nostra battaglia continua: per aprire la scuola, per tenerla aperta e per migliorarla, sapendo che finché resterà chiusa e in DAD non ci sarà nessun miglioramento, non sarà investito un euro.
La scuola deve essere aperta, e per questo chiediamo:
- uno screening completo e continuativo della comunità scolastica (docenti, ATA, studenti) affinché la scuola possa riaprire in sicurezza;
- che il personale scolastico ad alto rischio sia considerato prioritario nella fase 1 dell’agenda vaccinale;
- che si intervenga su trasporti, spazi
- che si crei una cabina di regia tra sanità – scuola – trasporti.
La scuola a distanza da quasi un anno deve ripartire, in presenza, dall'accoglienza e dal recupero: si tenga conto di quanto studenti e studentesse hanno passato in questi mesi. Per questo chiediamo anche:
- che le scuole riaperte non diventino un “verifichicio”, sprecando il tempo in presenza solo a uso di compiti e valutazioni; il tempo in presenza sia il tempo di ricostruire i rapporti;
- che vengano annullate le prove Invalsi di quest'anno'.