Bellelli 'aggira' il Pd e nomina Tosi portavoce: a Carpi nulla cambia

L'ex assessore avrebbe dovuto ottenere la dispensa unanime dal partito per il terzo mandato. E allora il sindaco ha creato un posto ad hoc
La scelta, anticipata da La Pressa, di creare dal nulla il ruolo di portavoce, sembrava dettata dalla volontà del sindaco di Carpi di tutelarsi rispetto ai recenti disastri fratricidi che hanno portato al CarpiGate. Una sorta di risveglio di un'autocoscienza, l'ammissione che qualcosa negli ultimi 5 anni è stato sbagliato nel governo carpigiano. Per usare un eufemismo. Ma evidentemente la ratio di questo nuovo incarico non era solo questa. Infatti Alberto Bellelli pare aver deciso di affidare questo delicatissimo ruolo a Simone Tosi, assessore uscente della sua giunta e che non poteva essere riproposto come assessore senza l'ok del Pd. Infatti in base alle regole interne Dem (come spiegato recentemente dal segretario Marco Reggiani) per avere il via libera al terzo mandato a Carpi un assessore deve avere il placet unanime dell'Assemblea comunale Pd e con ogni probabilità Tosi non avrebbe ottenuto questo lasciapassare all'unanimità.
Così Bellelli ha pensato di 'aggirare' le regole Pd nominandolo portavoce, formalmente un incarico nuovo, ma di fatto simile (o più prestigioso addirittura) rispetto a quello di assessore. A testimonianza che a Carpi, dopo la bufera CarpiGate, tutta la polvere si sta lentamente posando a terra (e nemmeno tanto lentamente) nella migliore tradizione gattopardesca: nessun innesto nuovo in giunta, nessuna apertura ma di fatto la conferma dei 5 anni precedenti con semplicemente qualche etichetta sulle poltrone cambiata.
Non solo Tosi si capisce. Nessuno politicamente penalizzato, perché ovviamente qui il tema è politico non giuridico. Enrico Campedelli (non indagato ma citato nelle intercettazioni nei dialoghi imbarazzanti con Morelli) al suo posto in Regione come consigliere Pd, Marco Forghieri, non indagato, dopo i pranzi senza cellulari con Morelli e i vertici Sorgea, rieletto a Modena nelle fila Pd, Mattia Vivarelli non indagato, sempre al fianco del Pd di Giuseppe Boschini in viale Aldo Moro, Stefano Vernole, non indagato, saldo nel suo ruolo di stratega leghista. E chissà che tra qualche anno in giunta con Bellelli non rispunti anche Simone Morelli, in fondo mica può pagare politicamente solo lui per tutti. Non paghi nessuno e così sia. Anzi, meglio, paghi solo Stefano Soranna, emarginato lui sì dal suo partito, la Lega, ancora indagato per tentata diffamazione.
Giuseppe Leonelli
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