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'Il sindacato di polizia Sulpl ha confermato quanto ho affermato in Consiglio Comunale, ovvero che i metal detector erano stati acquistati, ma in pratica non utilizzati. La storia in realtà parte da lontano. Il 21/02/2024 avevo presentato un Ordine del Giorno in Consiglio Comunale sull’utilizzo dei metal detector. Il Comando è stato così sollecitato ad acquistarne qualcuno per poter dimostrare, in corso di trattazione su questo strumento di prevenzione di illeciti, che la Polizia Locale di Modena ne era dotata. Essendo una mozione scomoda, si è fatto di tutto per posticiparla il più possibile, sapendo che a breve sarebbe decaduta la consiliatura: così è stato e non è stata trattata.
Pertanto, ho provveduto a ripresentarla nella consiliatura in corso e in questi giorni sono state evidenziate quelle problematiche di cui ero a conoscenza e che il sindacato degli agenti della Polizia Locale ha confermato con una sua nota'. Così il capogruppo Lega a Modena, Giovanni Bertoldi.'E’ grave che i numeri fatti dall’assessore Camporota non corrispondano alla realtà dei fatti (i metal detector disponibili per gli agenti sarebbero 4 invece che 8); è grave che non siano stati fatti i corsi di formazione degli operatori, né che siano state predisposte delle linee guida su come e quando utilizzare questi strumenti, né che ci sia stato un preciso coinvolgimento della Prefettura e del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, sul ruolo che gli operatori della Polizia Locale possono avere per poter intervenire alla ricerca di armi portate in giro illegalmente (senza la necessità della preventiva autorizzazione dell'Autorità Giudiziaria), secondo quanto disposto dagli articoli 38 e 41 del TULPS. Ricordo che il metal detector è uno strumento inoffensivo, non invasivo (al contrario di una perquisizione personale) e preventivo, che impedisce che la Modena diventi una sorta di Far West in cui la gente gira armata per offesa o per difesa. Né si può addurre un comportamento discriminatorio (come affermato da alcuni consiglieri del PD in Consiglio Comunale) nei confronti dei soggetti a cui si ritiene di fare un controllo, perché altrimenti questa ipotetica discriminazione si dovrebbe applicare anche ai controlli per alcol e droga che si fanno comunemente agli automobilisti - aggiunge Bertoldi -. Quello che si evince da questa vicenda è che manca a Modena una chiara visione sulle politiche per la sicurezza con decisioni contraddittorie e spreco di denaro pubblico: si continuano ad acquistare dispositivi (oltre ai metal detector, body cam, lacci in kevlar, ecc.), che poi vengono riposti negli armadi e non vengono utilizzati. Ma soprattutto non si investe sulla formazione degli operatori e non si stabiliscono delle precise linee guida operative: non solo non c’è stata la formazione in occasione dell’introduzione di questi nuovi strumenti tecnologici, ma neppure c’è stato una formazione sull’applicazione del Nuovo Codice della strada a 4 mesi dalla sua introduzione. Rinnovo, perciò, l’invito ad investire sulla formazione del capitale umano presente nel nostro Corpo di Polizia Locale in modo di poter operare senza incertezze e in modo sicuro e consapevole, per una maggiore tutela sia degli operatori che dei cittadini stessi'.
Redazione Pressa
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