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'Caffè concerto, con l'acquisto degli arredi, la gara è più corretta'

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L'assessore Giacobazzi ha risposto in aula all'interrogazione di Pellacani (Energie per l'Italia) che replica: 'Vicenda gestita tardi e male'


'Caffè concerto, con l'acquisto degli arredi, la gara è più corretta'
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'Non è stato il Caffè Concerto a pagare i propri debiti con il trasferimento degli arredi, è stato il Comune ad acquisire gli arredi ‘pagandoli’ con i crediti che vantava sul Caffè concerto. E l’obiettivo è stato quello di “fare un’operazione più corretta e più vantaggiosa per l’Amministrazione”.

A precisarlo è stato l’assessore al Patrimonio Gabriele Giacobazzi nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 25 gennaio rispondendo all’interrogazione di Giuseppe Pellacani (Energie per l’Italia) rispetto agli arredi e alle attrezzature dell’esercizio di Piazza Grande, oggetto di una transazione tra Comune ed ex gestore che ha avuto modo di utilizzare il credito vantato rispetto al valore degli arredi che rimarranno in uso del nuovo gestore, per saldare un debito maturato nei confronti dell'amministrazione


Il consigliere comunale di idee per l'Italia aveva chiesto - con l'interrogazione - da quanto tempo l’Amministrazione è a conoscenza dell’inadempimento contrattuale da parte di Modena food, quali iniziative siano state adottate dal Comune sino ad oggi nei confronti del gestore inadempiente, “sulla base di quali valutazioni la Giunta abbia deciso di accettare a saldo di un debito di  275.750 euro un pagamento in natura attraverso la cessione, al valore attribuito di 327 mila euro Iva esclusa, del diritto di proprietà di tutti gli arredi e attrezzature, sia interni al Caffè Concerto, sia esterni”, cosa si pensa di fare dei predetti arredi e come si pensa di rientrare del mancato introito.

L’assessore ha spiegato che l’attuale proprietà Modena food ha sempre pagato regolarmente il canone, ma che la proprietà precedente, che nel 2013 ha ceduto la concessione, ha accumulato parziali mancati pagamenti e i corrispondenti debiti sono stati messi a ruolo per la riscossione e sono in mano a Equitalia.

“Sulle utenze – ha proseguito – è in atto da qualche anno un contenzioso tecnico che ha origine dall’unico punto di prelievo per l’acqua di raffrescamento per gli impianti comunali e per quelli del locale. Il concessionario non ha ritenuto giuste le ripartizioni e si è rifiutato di pagare tali costi: una parte sono stati messi a ruolo, altri no. Il Comune – ha precisato Giacobazzi – non ha mai rinunciato a esigere dal gestore il pagamento del debito”.

L’assessore ha spiegato che “molti anni fa fu deciso di concedere quegli spazi con una modalità che mise a carico del concessionario non solo la realizzazione degli arredi, ma anche la progettazione e la procedura per ottenere il parere favorevole della Sovrintendenza relativamente all’allestimento del locale. La concessione prevede che, a fine periodo, il concessionario abbia piena proprietà di tutti gli arredi fissi e mobili. Questa condizione – ha chiarito Giacobazzi – metteva nelle mani dell’attuale gestore una carta  molto forte da giocare in sede di rinnovo perché, in caso di subentro, un nuovo gestore avrebbe dovuto rifare l’intera procedura. La situazione che si configurava aveva due punti deboli: i tempi, in quanto il locale sarebbe dovuto rimanere chiuso per mesi, e un indebito vantaggio dell’attuale gestore rispetto agli altri candidati. Per questa ragione, lo scorso anno abbiamo chiesto di acquisire gli arredi e solo ultimamente è arrivata la proposta del gestore di compensare i debiti con gli stessi arredi: ci è sembrata una proposta equa e utile e una modalità vantaggiosa per noi e per la città sotto diversi profili. In questo modo, il nuovo gestore dovrà comunque adeguarsi alle normative del sito Unesco per gli esterni, ma gli arredi sono in larga parte utilizzabili”.

L’assessore ha quindi chiarito che “non c’è un mancato introito per l’Amministrazione. L’operazione dell’acquisto degli arredi è stata fatta con la massima trasparenza nell’ambito dell’ultima Variazione di bilancio approvata dal Consiglio comunale nel 2017 ed è stato previsto un aumento del canone a base d’asta da 84 a 97 mila euro, perché nel valore è compreso l’utilizzo degli arredi e delle infrastrutture divenute di proprietà comunale. In questo modo si garantisce parità di condizioni tra tutti i partecipanti e la concorrenza è più vera. Pensiamo di ottenere un risultato migliore di quello che avremmo ottenuto se la situazione fosse andata avanti come in precedenza”.

Nella replica, il consigliere Pellacani ha ringraziato delle spiegazioni: “Può darsi che l’operazione fosse l’unica possibile per come ci si è arrivati”, ha aggiunto. “Certo, rimane l’impressione che ci si sia mossi navigando a vista: rispetto al bando che richiedeva adempimenti siamo a una soluzione rappezzata che fa bene a Modena ma ci si è arrivati tardi. Speriamo che nel futuro l’attenzione sia migliore”. Il consigliere si è quindi espresso favorevolmente sull’aumento del canone, ma ha evidenziato: “Si è comunque transato su una somma significativa perché ci si è ridotti all’ultimo secondo”.


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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