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Il Consiglio comunale di Modena, ha respinto l’ordine del giorno, presentato dalla Lega (e sottoscritto anche da Forza Italia e da Fratelli 5gd’Italia – Popolo della famiglia), per istituire una commissione consiliare speciale dedicata alla sicurezza integrata e urbana con il compito di verificare l’attuazione degli obiettivi previsti dal decreto legge 14 del 2017 sulla sicurezza delle città. L’ordine del giorno aveva ottenuto il voto favorevole dei proponenti e di Andrea Giordani (M5s). Contrari i gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Modena civica, Verdi), che hanno giudicato sufficienti gli strumenti ordinari a disposizione del Consiglio, mentre si è astenuto il Movimento 5 stelle.
Nell’ordine del giorno si ricordavano le misure introdotte dal decreto legge per potenziare l’intervento degli enti territoriali e delle forze di polizia nella lotta al degrado, facendo riferimento al concetto di “sicurezza integrata” come all’insieme degli interventi “assicurati dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province e da altri soggetti istituzionali per concorrere alla promozione e attuazione di un sistema unitario e integrato di sicurezza per il benessere della comunità”.
Si evidenziava, inoltre, come, “ferma la competenza dello Stato in materia di ordine pubblico e sicurezza”, il decreto preveda la sottoscrizione di patti tra prefetto e sindaco per l’attuazione della sicurezza urbana. Un patto, ricordava l’ordine del giorno, che a Modena esiste e che è stato rinnovato il 20 dicembre 2019.
Il documento citava, quindi, i problemi di ordine pubblico che interessano Modena e la richiesta, avvenuta anche attraverso lo stesso Consiglio comunale, di elevare in fascia A la questura di Modena, “richiesta finora disattesa dal Governo”, chiedendo, infine, la costituzione di una commissione consiliare speciale (come previsto dal regolamento del Consiglio che la può nominare per particolari materie o col compito di istruire ed esaminare questioni di interesse rilevante).
L’ordine del giorno invitava, inoltre, l’amministrazione ad “aprire un confronto all’interno del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, sulle particolari criticità emerse e a promuovere, in questa sede, l’attuazione degli strumenti di sicurezza urbana e integrata previsti dal decreto legge”, oltre a ribadire al prefetto la necessità di includere Modena tra le città di particolare rilevanza, consentendo così di aumentare il numero delle forze dell’ordine.
Aprendo il dibattito, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia) ha spiegato che la mozione restituisce “una fotografia veritiera della sicurezza in città scattata dal punto di vista dei cittadini, come anche le statistiche riportate dalla stampa ci ricordano”. La consigliera ha chiesto all’intera Assemblea di votare il documento, “in cui sono citati due strumenti interessanti – ha continuato – come l’istituzione di una commissione consiliare speciale sulla sicurezza urbana e la necessità di intervenire sul Patto Modena sicura che non ha avuto completa attuazione”.
Per il Pd, Vincenza Carriero ha ricordato innanzi tutto che la sicurezza “è uno degli obiettivi di questa amministrazione”. Entrando nel dettaglio della mozione, ha osservato che la richiesta di istituire una commissione consiliare dedicata non può essere accolta “perché la funzione di questi organismi non è ispettiva né finalizzata a verificare l’operato della giunta comunale, come l’ordine del giorno vorrebbe, bensì istruttoria e preparatoria di documenti e argomenti a sostegno dell’attività dell’amministrazione”. Anche il capogruppo Antonio Carpentieri ha rigettato l’ipotesi di attivare una commissione speciale: “Questo iter dovrebbe essere percorso per situazioni di eccezionale gravità come la crisi economica nel 2009 e il Coronavirus nel 2020”. Mentre l’argomento della sicurezza, per quanto importante, “può essere trattato dal Consiglio comunale – ha proseguito – con gli strumenti previsti dalla legge come le interrogazioni e gli ordini del giorno”.
Netta la replica del centrodestra alla bocciatura del documento: 'I consiglieri comunali del centro-destra non possono che constatare nuovamente che il PD modenese, se di fronte alla preoccupazione dei cittadini per l’escalation di criminalità si mostra all’apparenza “disponibile al dialogo”, in Consiglio comunale nega l’evidenza dei dati nazionali (una classifica pubblicata nei giorni scorsi dal Sole 24 ore pone difatti Modena al decimo posto per indice di insicurezza), sostenendo che la sicurezza urbana non è una questione di rilevante interesse tale da giustificare l’istituzione di una commissione speciale di indagine, anche solo temporanea e senza alcun costo per i cittadini' - affermano i consiglieri dei gruppi Lega Modena, Fratelli d'Italia - Popolo della Famiglia e Forza Italia, Baldini, Rossini e Giacobazzi.
'D’altronde - continuano - lo stesso Sindaco Muzzarelli, pur di negare che esista un problema sicurezza a Modena, si nasconde di sovente dietro analisi socio-politiche adoperando termini quali “percezioni” o “sicurezze” e in passato ha addirittura sostenuto in Consiglio comunale che i dati sulla criminalità elencati dall’opposizione non sarebbero attendibili poiché i modenesi avrebbero, rispetto ad altri abitanti delle zone d’Italia, una maggiore propensione a denunciare i reati.
In realtà non ha senso richiedere al governo centrale l’elevazione della Questura di Modena dalla fascia “B” alla “A” o l’inclusione nelle sedi di particolare rilevanza - come ha fatto la maggioranza di centro-sinistra con una mozione approvata ad ottobre - se allo stesso tempo i rappresentanti delle istituzioni cittadine non riferiscono al Ministero degli Interni la reale situazione della città di Modena e non pretendono “dati alla mano” un incremento degli organici delle Forze di Polizia o il rafforzamento dei presidi territoriali, quali ad esempio il posto integrato di Polizia presso l’Autostazione di viale Molza da anni svuotato di agenti.
Un’amministrazione saggia usa gli strumenti che ha e dato che le risposte dal governo centrale non sono al momento arrivate, ben si potrebbe - con una commissione d’indagine ad hoc costituita all’interno dello stesso Consiglio comunale - analizzare i problemi di sicurezza che riguardano sì tutte le città italiane ma che a Modena sono obiettivamente più acuti da anni a questa parte; problemi legati prevalentemente ad avviso dell’opposizione di centro-destra non solo alla “crescita demografica” e ai mutamenti sociali intervenuti dagli anni ’90 ad oggi - come sostiene appunto la maggioranza al governo della città - ma alla criminalità di origine straniera e alle politiche di “accoglienza” indiscriminate.
Ma la maggioranza a guida PD, piuttosto che approfondire tematiche scomode o ascoltare i suggerimenti delle minoranze, preferisce evidentemente negare un serio confronto'