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I fatti, gli eventi, le proteste della gente comune che si sente abbandonata e dimenticata, i nuovi poveri che si recano agli sportelli della Caritas, le proteste delle categorie economiche e produttive come commercianti e artigiani sempre più in difficoltà, la grave situazione sanitaria che vede Modena come la Provincia maggiormente contagiata in Regione, stanno a dimostrare come anche a Modena vada tutto male.
Nonostante ciò e nonostante l'inquietante numero di deceduti per Coronavirus, nonostante la strage di anziani ospiti nelle nostre case di riposo (sulle quali le famiglie attendono chiarimenti anche dalla Magistratura), nonostante le serrande di negozi, bar, ristoranti, botteghe storiche, attività artigianali continuino ad abbassarsi defintivamente, il nostro presidente della Regione Bonaccini e il sindaco di Modena Muzzarelli continuano a ripetere frasi retoriche e astratte come 'torneremo come prima, risorgeremo, ce la faremo' eccetera, che denunciano un grave imbarazzo.
Perchè i dati statistici, l'andamento della economia e le previsioni degli esperti, dicono esattamente l'opposto e che cioè quando usciremo dalla pandemia saremo senz'altro più poveri, avendo perso per strada persone, cose, attività, storie e anche tradizioni, che saremo più deboli fisicamente e psicologicamente, più soli e privi delle certezze e dei punti fermi che avevamo prima del Covid. Secondo gli esperti saremo dunque diversi ma in peggio e non in meglio come la demagogica propaganda degli amministratori del Pd vuole farci credere. Basterebbe ascoltare il lamento, la protesta, il grido di allarme dei sindacati, degli imprenditori, dei commercianti, degli artigiani, di chi è rimasto privo di lavoro e della cassa integrazione, per rendersi conto della realtà vera e non di quella patinata che si vive all'interno degli ovattati palazzi del potere per rendersene conto.
E sarebbe sufficiente che Bonaccini e Muzzarelli (ma anche tanti altri sindaci del Pd) ricordassero la frase profetica cara all'allora segretario del Pci Antonio Gramsci: “Senza connessione col popolo, i dirigenti politici diventano 'casta' e il popolo tanti cittadini comuni”.
Mentre invece il distacco e la lontananza del potere con la 'base' diventa ogni giorno maggiore e più evidente, ma qualcuno sembra non accorgesene anche se basterebbe ascoltare le persone come medici e infermieri che debbono sopperire ai ritardi e alle lacune per la mancata programmazione ospedaliera; gli autisti, gli studenti e gli utenti dei mezzi pubblici che debbono subire le conseguenze dei ritardi e della mancata programmazione dei trasporti pubblici; i cittadini in attesa del vaccino (che in molti casi non c'è) per potersi proteggere dall'influenza; i ristoratori, gli albergatori e i baristi (anche dell'Appennino modenese) per una chiusura dei loro locali che li sta distuggendo e che ritengono contraddittoria e confusionaria.
Cesare Pradella