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Emilia Romagna, ecco il salasso dei nuovi ticket sui farmaci

Emilia Romagna, ecco il salasso dei nuovi ticket sui farmaci

Forza Italia: 'Giunta De Pascale incapace di contenere una spesa sanitaria fuori controllo'


2 minuti di lettura

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'I ticket operativi da venerdì saranno un pesante salasso per gli emiliani e i romagnoli, unicamente finalizzato a coprire i buchi di una sanità regionale sempre meno efficiente e con una spesa sempre più fuori controllo, come appunto anche dimostrano le irregolarità contabili e gestionali rilevate dalla Corte dei conti per le AUSL di Parma e Reggio Emilia'. Sono le parole dei consiglieri regionali di Forza Italia nell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, il presidente del Gruppo Pietro Vignali e la Consigliere questore dell’Assemblea legislativa, Valentina Castaldini, che dopo avere evidenziato i conti sballati dei bilanci delle AUSL controllati a campione per il 2023 dalla sezione regionale di controllo della Corte dei conti sono tornati ad attaccare la Giunta regionale guidata da Michele De Pascale illustrando i dati su quanto la Regione Emilia-Romagna prevede di incassare con l’introduzione dei ticket sui farmaci che saranno attivi dal 2 maggio prossimo.
'Nei dieci anni in cui il super ticket di Errani era in funzione, la Regione Emilia-Romagna rastrellava mediamente 11.800.000 euro all’anno. Per quest’anno, invece, prevedono di raccogliere 5 volte tanto e dal prossimo quasi 7 – hanno proseguito i due consiglieri forzisti – Se quello di Errani era il super ticket, quello di De Pascale sarà un vero e proprio “maxi” ticket.
Un dato che ben quantifica la portata di questo prelievo: ogni due giorni 45 Emiliano-Romagnoli su 100 acquistano un farmaco. È evidente come i 2,20 euro di ticket proposti da De Pascale a ‘scatola’, significano incidere pesantemente sul bilancio famigliare, colpendo in profondità il diritto alla salute'.
'Nei documenti relativi alla stessa manovra regionale non compaiono né i bilanci di previsione delle aziende sanitarie né le linee guida della Regione sull'utilizzo dei fondi sanitari. Un'impostazione consolidata da parte delle amministrazioni regionali di sinistra, ma già censurata dalla Corte dei Conti nel 2024. L’organo di controllo ha evidenziato come circa l’80% della spesa regionale sia riconducibile alla sanità, senza però che vi sia un orientamento strategico su come gestirla. In Emilia-Romagna la sinistra ista solo cercando di coprire la propria malagestione – hanno concluso Vignali e Castaldini – Si lamenta che vuole più risorse dal Governo, tartassa i cittadini, ma non ha ancora detto alle Ausl come spendere i fondi già assegnati e non è nemmeno in grado di mettere sotto controllo le svariate irregolarità contabili e gestionali che fanno perdere risorse preziose.
Si naviga a vista, senza alcuna visione strategica, per evitare di dover affrontare il tema della spesa sanitaria fuori controllo per spese superflue e improduttive'.
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