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No ad 'appalti esterni' di pezzi della sanità regionale. Lo ribadisce il sindacato di base Sgb definendola 'una pessima scelta su cui siamo in totale disaccordo e un precedente assai pericoloso per il futuro della sanità pubblica' contro cui 'siamo pronti a ogni tipo di lotta e azione'.
Al centro della questione i recenti avvisi pubblicati dalle Ausl di Modena e Reggio Emilia per reclutare in vista dell'estate nuovo personale medico nei pronto soccorso. Una soluzione, rimarca il sindacato, 'già adottata e portata avanti per l'area emergenza/urgenza di Ferrara e che è stata riproposta anche per il servizio di ostetricia e ginecologia per il punto nascite dell'ospedale di Mirandola'.
“Chiederemo all’Ausl di Modena di ritirare i bandi per l’esternalizzazione dei turni di ostetricia e dei pronto soccorsi – afferma in modo netto e inequivocabile Alessandro De Nicola, responsabile sanità FP Cgil Modena – e chiederemo alle altre sigle sindacali di condividere questa richiesta.
Pretendiamo, inoltre, che si apra un confronto su risorse, organizzazione, qualità dei servizi e bisogni dei cittadini.”
L’esternalizzazione è una scelta sbagliata che non risolve i problemi e non dà nessuna risposta ai bisogni dei cittadini della Bassa Modenese.
“Non basta dire che si tratta di una misura temporanea – continua De Nicola - è evidente a tutti che in tre, cinque o dieci mesi, cioè nello spazio di durata degli appalti non si forma un professionista; quindi alla fine del periodo di appalto ci troveremo esattamente nella stessa situazione di difficoltà di oggi.” E cioè, chiosa il sindacato, senza professionisti, dal momento che servono cinque anni per formare uno specializzando.
“Infine - denuncia la Fp Cgil di Modena - non si può tacere sui costi di questa operazione: il servizio di reperibilità costerà all’azienda 700 euro per ogni turno, mentre ogni turno di lavoro costerà 1.
400 euro. Almeno dieci volte di più di quanto costa un turno svolto dai dipendenti diretti in base a quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro”.
Insomma, l'ospedale di Mirandola, dove il servizio di ostetricia verrebbe gestito attraverso il ricorso a personale esterno, diventa simbolo della vicenda. E proprio all'ingresso della struttura che sabato alle 11, dopo un tam tam sui social locali, è stato lanciato il sit-in al quale il Comune ha annunciato di partecipare con propri amministratori. 'Una maniera pacifica, ma concreta, per mostrare tutta la preoccupazione verso quelle politiche – decise dalla Regione Emilia Romagna - si legge in una nota dal Municipio - che stanno mettendo a repentaglio il reparto e il punto nascite del nosocomio, riferimento per un bacino di quasi 90.000 cittadini'. Al presidio aderirà anche alla Lega della Bassa Modenese, annuncia una nota del partito.
Come i “ladri di galline” si decide nella notte e si fa trovare il danno la mattina successiva. In barba alla
tanto decantata “Sanità Pubblica Emiliano-Romagnola” si è fatta apprendere - in modalità “sorpresa” - la
decisione, da parte della Regione, di privatizzare parte del servizio di ostetricia e ginecologia
dell'Ospedale di Mirandola. Un provvedimento che comporterà una spesa extra di un milione di euro per i
prossimi dieci mesi.
Risulta evidente che l'obiettivo - mal celato - sia lo smantellamento del punto nascite cittadino. Un
provvedimento, che risponde in modo indiretto anche alle richieste da parte della Lega della proroga per il
punto nascita della deroga ai 500 parti, che mai hanno ottenuto risposta da parte di Ausl Modena, CTSS e
Regione' - afferma in una nota la Lega della Bassa Modenese annunciando la partecipazione al sit in davanti all'ospedale. 'L'irrigidimento della casistica per la quale i parti saranno inibiti a Mirandola e
l'indicazione annessa al 118 di dirottare le urgenze sull'Ospedale “Ramazzini” di Carpi – con aumento
delle tempistiche e quindi dei rischi - risulta una mossa capziosa per poter, nel prossimo futuro,
dimostrare l'inutilità dei reparti di ostetricia e ginecologia per i Comuni dell'Area Nord del “Santa Maria
Bianca”.
'Ci chiediamo – ironizzano il capogruppo in Ucman Mauro Neri e in provincia Antonio Platis – se la giunta Bonaccini abbia improvvisamente deciso di guardare oltre il fiume Po, scimmiottando un modello di sanità pubblico-privata tanto odiato. Abbiamo usato questo termine perché questi appalti nulla hanno a che vedere con qualcosa di programmato, organizzato e sistematico come potrebbe avvenire in Lombardia.
Siamo davanti – incalzano i forzisti – ad una pezza per tappare una falla difficilmente arginabile. Questa ennesima scelta svilisce ulteriormente l’ospedale di Mirandola ed i tanti professionisti che con abnegazione ci lavorano'
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>