Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
E adesso arriva il ministero dei Beni culturali targato M5s ad accendere un faro a Modena sul Sant'Agostino, discusso e ambizioso progetto, stimato intorno a 120 milioni di euro, per la riqualificazione dell'ex ospedale sorto nel 1753 per volontà del duca d'Este Francesco III. Martedì mattina, infatti, gli ispettori del ministero si inoltreranno in un sopralluogo all'ex ospedale. L'indiscrezione emerge in serata e viene confermata a margine della commissione congiunta che, dalle 18, torna a riunirsi sulla road map del Sant'Agostino-Estense in Comune. Gli organismi territoriali del ministero non hanno ancora autorizzato la porzione edilizio-architettonica del progetto, quella che riguarda sia le demolizioni sia i nuovi interventi, ma a quanto pare l'ispezione in programma martedi' non sembra mirata ad approfondire questioni di merito particolari. Piu' che altro, Roma vuole 'venire a vedere' il progetto.
Da quando il Governo gialloverde ha fatto approdare il pentastellato Alberto Bonisoli al ministero già rappresentato da Dario Franceschini, protagonista concreto dell'ultima fase di accordi procedimentali sul Sant'Agostino con gli enti locali, si è evidentemente alzata l'attenzione particolare sull'asse M5s Modena-Roma, via Bologna. Il gruppo locale M5s resta scettico su molti aspetti del progetto non da oggi, e l'ultimo sfogo del sindaco Gian Carlo Muzzarelli contro le associazioni 'critiche', giovedi' scorso in Consiglio comunale, non ha disteso. Al momento, la Conferenza dei servizi si e' chiusa e resta fuori piu' o meno un terzo di tutta la partita, ossia la parte edilizia.
Sulla carta, il segretariato deve dare l'autorizzazione sulle demolizioni, dopo il parere della Sovrintendenza, e poi la stessa Sovrintendenza deve dare l'autorizzazione alle nuove realizzazioni (in realta' incide in primis la Sovrintendenza, anche sulle demolizioni).
Il sopralluogo e' a cura della segreteria tecnica del ministero, a conferma di come a Roma ora vogliano mettere il naso nella vicenda: se dal punto di vista istituzionale non dovrebbe sorprendere, visto appunto che c'e' il ministero tra i firmatari de gli accordi istituzionali sul Sant'Agostino, in realta' il fatto che l'ispezione arrivi ora, a pochi mesi dall'insediamento del Governo gialloverde, fa pensare a una possibile mossa politica. Per lo meno, sono alcuni dei rumors che agitano un po' stasera diversi addetti ai lavori. Tornando alle demolizioni, in particolare, pende la questione del presunto muro bassomedievale: in Conferenza dei servizi l'esito delle indagini e' stato sostanzialmente negativo, visto che piu' che di basso medioevo pare si debba parlare di mura del '700. Sulle questioni urbanistiche invece, quelle su cui il Tar aveva messo in difficolta' il Comune dopo il ricorso di Italia Nostra, tutto e' stato blindato in Conferenza, con l'unanimita' sulla variante agli strumenti urbanistici regolatori Poc compreso. Ora non resta che attendere martedi', ma soprattutto quello che verra' dopo: l'idea e' che, se vogliono andare fino in fondo, i gialloverdi non hanno bisogno di bocciare il progetto, semplicemente possono non farlo andare avanti ponendo, ad esempio, un fiume di prescrizioni.
Intanto, questa sera alle commissioni in Comune il presidente di Italia Nostra, Giovanni Losavio, non si e' presentato, come annunciato, dopo le bordate del sindaco: alla luce dello sfogo di Muzzarelli e del dissenso respinto, ragiona l'ex magistrato, la partecipazione di Italia Nostra stasera sarebbe stata inutile. Losavio rivendica comunque di aver contribuito a far rivedere il proposito di trasferire nel Sant'Agostino le due pubbliche biblioteche storiche (la statale Estense e la comunale Poletti, insediate da oltre un secolo nel Palazzo dei Musei) e a portare li', invece, la Galleria Civica e il Museo della Figurina. Italia Nostra vuole che si riconosca che il progetto di Gae Aulenti, misurato sull'originaria destinazione, era gia' stato superato e travolto e doveva percio' essere 'radicalmente modificato'.