Fase 2, formalizzata la proposta Emiliano-Romagnola per le riaperture

Elaborato, attraverso i tavoli provinciali, il documento da presentare al governo, Bonaccini: 'Priorità saranno i protocolli di sicurezza'
Per le riaperture, seppur graduali, si parte dalle filiere industriali a vocazione internazionale (fra cui automotive e automazione, ceramica, moda, nautica e offshore), dall'edilizia e dalle costruzioni, con riferimento ai cantieri delle opere pubbliche e dei comparti operativi collegati. Ponendo su tutto, la definizione di protocolli di sicurezza e soprattutto la garanzie di farli rispettare.
Sono questi gli assi portanti della proposta che l'Emilia-Romagna depositerà nelle prossime ore sul tavolo del governo per definire dopo averla discussa e condivisa questa mattina con il Patto per il lavoro, organismo che dal 2015 vede riuniti con la Regione stessa i rappresentanti delle categorie economiche e datoriali, sindacati, enti locali, professioni, Università e Terzo settore dell’Emilia-Romagna.
“Martedì scorso, alla prima riunione del Tavolo, ci eravamo dati sette giorni di tempo per definire un progetto che fosse dell’intero sistema socioeconomico regionale, e già oggi ci siamo trovati d’accordo: un segnale positivo e di compattezza che arriva dall’Emilia-Romagna, soprattutto in questo momento di dura crisi - afferma Stefano Bonaccini -.
“Oggi abbiamo circa 500mila lavoratori in cassa integrazione- ha ricordato l’assessore allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla-. Un dato senza precedenti nella storia dell’Emilia-Romagna, ne va della tenuta sociale dei nostri territori. Il calo dei contagi sta funzionando, ma serve prudenza. Non vogliamo tutto aperto o tutto chiuso: dobbiamo portare avanti una ripresa governata. Consegniamo quindi al Governo una proposta, ma perché siamo in grado di governarla. Il tema della responsabilità del processo in questa fase di transizione è fondamentale”.
Sviluppo dei protocolli di sicurezza: le filiere proposte
Il documento condiviso nel Patto per il Lavoro individua le filiere per lo sviluppo dei protocolli di sicurezza. Si va dalla manifattura - centrale nell’economia regionale, con un peso sul valore aggiunto prodotto del 28% e un valore dell’export di 64 miliardi di euro - alle costruzioni (oltre 65.000 imprese con prevalenza della piccola dimensione), al complesso universo del turismo, commercio e pubblici esercizi, al comparto dei servizi alla persona (con imprese che vanno dalla micro-dimensione alle grandi cooperative di servizi). Questo l’elenco degli ambiti individuati nel dettaglio: manifatture e industria; edilizia e cantieri; trasporto merci e logistica; servizi pubblici locali; mobilità delle persone; cultura; commercio, pubblici esercizi, turismo, sport e wellness; agricoltura, industria agroalimentare e pesca; servizi alla persona, terzo settore e sociosanitario; servizi ambulatoriali privati; professionisti e attività di servizio.
In relazione alle diverse filiere, partendo dai protocolli nazionali, potranno essere indicate possibili soluzioni da sperimentare anche con il supporto dei cluster regionali e sulla base degli esiti dei progetti di ricerca finanziati dalla Regione.
I Tavoli provinciali
Diffusione delle linee guida e dei protocolli per la sicurezza dei luoghi di lavoro, garantendo omogeneità di comportamento a livello territoriale. Promozione, dove necessario, di accordi tra parti sindacali e datoriali per garantire l’applicazione, in sede aziendale, delle linee guida; implementazione di tutte le misure possibili per semplificare l’adozione di misure per la sicurezza, così da garantire tempi rapidi e certi al processo di riapertura. Questi i compiti principali che dovranno svolgere, all’interno della regia e del coordinamento del Tavolo regionale del Patto per il lavoro, i Tavoli provinciali. Spetterà sempre a loro, inoltre, un ruolo attivo rispetto all’approvvigionamento delle mascherine e dei dispositivi di protezione individuali, oltre al monitoraggio e alla condivisione di accordi innovativi aziendali o di gruppo.
La riapertura in sicurezza delle prime filiere internazionali
La Regione Emilia-Romagna proporrà al Governo una possibile sperimentazione per la riapertura anticipata di alcune filiere di valenza internazionale. Si tratta di filiere di grande valore e prestigio per l’intero Paese, come quelle dell’automotive e dell’automazione, in grado di garantire l’applicazione di protocolli avanzati e innovativi grazie all’impegno delle parti sociali e delle imprese; della nautica e dell’offshore, che hanno già definito protocolli avanzati per la sicurezza; della ceramica, della moda; dell’impiantistica alimentare, parte integrante della filiera agroalimentare nazionale ed internazionale, e della meccanica agricola, direttamente collegata alla produzione primaria. Infine, la filiera dell’edilizia e delle costruzioni, con particolare riferimento ai cantieri delle opere pubbliche e di supporto alle filiere manifatturiere già operative, oltre alle attività ancora in corso nelle aree del sisma.
Imprese individuali, microimprese, turismo, ristorazione, strutture sportive
I firmatari del Patto hanno condiviso la necessità di assicurare quanto prima un impegno particolare, insieme alle associazioni e ai Tavoli provinciali, per l’implementazione dei protocolli di sicurezza da adottare a favore delle imprese individuali e delle microimprese impegnate nelle attività di supporto alle altre filiere. Uno sforzo rilevante dev’essere dedicato alla ricerca di soluzioni di sicurezza adeguate per i servizi alberghieri e turistico-ricettivi, della ristorazione e dei pubblici esercizi, del wellness, delle strutture sportive, ricreative e culturali, che richiedono standard particolari non solo per i lavoratori ma anche per l’utenza. Per questi ambiti è necessario operare da subito per l’adozione di standard e soluzioni di livello nazionale ed europeo.

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