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I vertici delle aziende sanitarie interessate avevano preventivamente denunciato l’accaduto, a garanzia in primis della salute dei pazienti? L’eventuale allarme lanciato dalle aziende del territorio è stato raccolto e debitamente segnalato alla procura dall’assessorato regionale alla sanità?” A intervenire è il consigliere regionale di Rete Civica, Simone Pelloni.
“L’inchiesta della Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza di Modena che ha portato in carcere tre uomini per frode e autoriciclaggio e al sequestro di circa quattro milioni di euro, squarcia il velo che cela le tante criticità esistenti nel settore degli appalti in ambito sanitario. I controlli amministrativi scattati inizialmente nei confronti di una cooperativa sociale con sede a Sassuolo, hanno portato alla scoperta di imprese utilizzate contemporaneamente per partecipare a bandi di gara per la fornitura di personale medico ed infermieristico a strutture ospedaliere ed aziende sanitarie pubbliche di varie regioni italiane, tra le quali l’Emilia-Romagna” continua il consigliere.
“Da quanto risulta, al momento della presentazione dell’offerta tecnica venivano allegate liste di medici che in realtà non collaboravano con le società e a volte neppure erano a conoscenza di essere stati inseriti in un appalto specifico. Così, in caso di vittoria della gara, la impresa aggiudicataria non era in grado di garantire le prestazioni previste, lasciando le strutture sanitarie nelle condizioni di non poter operare o utilizzando medici non in possesso dei requisiti richiesti, causando pericolose criticità alle strutture ospedaliere e situazioni di pericolo per i pazienti – afferma Pelloni -. I servizi riguardavano turni delicatissimi presso il pronto soccorso, guardia medica pediatrica o di supporto anestesiologico”.
“Vista la gravità di quanto emerso in questa prima fase di indagine, vorremmo sapere nei dettagli dalla Regione Emilia Romagna quali sono le strutture coinvolte nell’utilizzo di personale sanitario non adeguato – continua Pelloni -. Non solo, al di là della meritoria attività della Guardia di Finanza, vorremmo sapere se i vertici delle aziende sanitarie interessate avessero preventivamente denunciato l’accaduto, a garanzia in primis della salute dei pazienti e se l’eventuale allarme lanciato dalle aziende del territorio fosse stato raccolto e debitamente segnalato alla procura dall’assessorato regionale alla sanità”.
Redazione Pressa
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