'Uno dei temi centrali è la rivalutazione della Via Emilia, l’antica strada romana che attraversa la regione da Piacenza a Rimini. La Via Emilia è molto più di una strada, è un simbolo del nostro territorio, un collegamento tra tradizioni millenarie e una visione contemporanea. Tuttavia, oggi è sottoutilizzata come asse di sviluppo culturale. Le città che tocca, come Modena, sono custodi di un patrimonio immenso che, se valorizzato adeguatamente, potrebbe diventare un motore per il turismo, la cultura e l’economia locale. Modena, in particolare, con il suo vasto patrimonio artistico, può diventare il fulcro di una strategia culturale che guardi al futuro. La nostra provincia è ricca di tesori, dal Duomo, patrimonio UNESCO, ai musei che ospitano capolavori della pittura antica e contemporanea, senza dimenticare il Palazzo dei Musei, che racchiude opere di livello mondiale. Eppure, vediamo che queste risorse non sono sufficientemente sfruttate per generare un’attrattiva culturale forte.
'Un altro punto forte è il ruolo della musica e dell’opera lirica, tradizioni storiche dell’Emilia Romagna. Pensiamo a Verdi, Toscanini, Pavarotti: la nostra regione è la patria dei più grandi maestri, e Modena, in particolare, è sinonimo di eccellenza grazie alla figura di Luciano Pavarotti. Tuttavia, manca una strategia per rendere la città e la regione protagoniste sulla scena internazionale. Il PD ha investito nell’opera, ma senza quel respiro innovativo che ci permetterebbe di rendere queste eccellenze un punto di riferimento globale - aggiunge Gidari -. Serve un piano per la creazione di festival musicali e rassegne che sappiano fondere la tradizione lirica con la musica contemporanea, portando a Modena e nelle altre città dell’Emilia Romagna un pubblico internazionale, attratto non solo dai grandi nomi del passato, ma anche dalle nuove tendenze musicali. Modena deve diventare un punto di riferimento per la musica, non solo lirica, ma anche per la musica contemporanea, con eventi che coinvolgano giovani talenti e artisti affermati'.
'Sul fronte dell’arte contemporanea manca una strategia di lungo respiro per promuovere le giovani generazioni di artisti.