Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Pressing del Movimento 5 stelle di Reggio Emilia affinchè il processo di apppello di Aemilia, la maxi inchiesta contro la Ndrangheta della direzione antimafia di Bologna, sia celebrato in città come quello di primo grado che si è concluso lo scorso 31 ottobre. I pentastellati annunciano la richiesta in un ordine del giorno urgente previsto nella seduta di oggi del Consiglio comunale, che impegna il sindaco Luca Vecchi e la giunta 'ad attivarsi al più presto presso le sedi idonee e competenti, per chiedere che il secondo grado del processo Aemilia si tenga a Reggio Emilia, nell'aula bunker del tribunale della nostra città'. Il documento, a firma della capogruppo Alessandra Guatteri, ricorda che 'il processo Aemilia ha consentito di appurare la presenza di consistenti e radicatissime infiltrazioni 'ndranghetiste nella nostra citta' e in provincia'.
E' quindi 'di fondamentale importanza offrire a cittadini, giornalisti e esponenti politici locali la possibilita' di assistere alle udienze'. Dunque, si legge ancora nell'ordine del giorno, 'tenere il secondo grado di Aemilia fuori da Reggio Emilia renderebbe piu' difficile per la stampa locale seguire le udienze e quindi si abbasserebbe l'attenzione su un processo che e' di fondamentale importanza per la societa' reggiana'.
Inoltre, 'l'aula bunker già costruita presso il tribunale di Reggio Emilia è stata finanziata da Regione e Comune e si è rivelata sede idonea per lo svolgimento del processo, essendo stata dotata di tutti gli impianti tecnologici necessari per le videoconferenze e per le audizioni'. Proprio da piazza Prampolini la richiesta viene pero' informalmente stroncata sul nascere. 'Non e' la politica che decide le sedi dei processi', viene fatto osservare. Aggiungendo che 'se nel processo di primo grado il giudice naturale era a Reggio Emilia e il processo poteva essere spostato per esigenze logistiche, per l'appello la sede del giudice naturale è Bologna e le regole vanno rispettate'. Posizione su cui, al momento, si attesta anche il tribunale reggiano. La sala del Tricolore, infine, 'non è la sede giusta per presentare istanze che non sono di competenza del Consiglio comunale', sottolineano in municipio.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>