Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
All'inceneritore va conferito ciò che è inceneribile, in discarica ciò che non lo è e che non è da trattare come rifiuto speciale o la cui raccolta differenziata non sia oggettivamente conveniente. Quindi non v'è alcuna ragione di riciclare il vetro misto: può andare in discarica. Infatti, dopo che è avvenuta la raccolta del vetro in campane uniche (non divise per colore come in Germania), questo va a finire tranquillamente in depositi.
In effetti, da questo tipo di raccolta, cioè mischiando le varie frazioni di vetro colorato e trasparente si può ottenere solo vetro riciclato di colore scuro, poco richiesto dal mercato. In Germania, per esempio, da tempo si utilizzano campane a tre scomparti per vetri marrone, verdi e trasparenti, dove quello trasparente è il più richiesto dal mercato. In ogni caso, il costo complessivo del riciclaggio ricade sui consumatori, ovvero paghiamo noi.
Ma il problema non è tanto pagare (dobbiamo pagare i costi delle nostre attività), il problema è impegnarsi a pagare una cosa che è stupido fare, la ragione della cui è solo dare lavoro agli operatori coinvolti: una specie di sopratassa ecologica. Ma c'è di più. Quando la raccolta differenziata del vetro non viene gestita con le giuste regole e attenzioni, lo stesso materiale diventa un pericolo per la comunità. Almeno da quarant'anni la Emiliana Rottami (come si può desumere dalle preziosi informazioni fornite dal consigliere indipendente del Comune di San Cesario, Sabina Piccinini, che da anni si batte contro questa ditta inquinatrice) ha l'appalto per la raccolta del vetro in tutta la nostra regione.
A Modena, questa ditta ha iniziato a stoccare dal '76 il vetro misto triturato in un cantiere di via Verdi a San Cesario, a due passi dall'autostrada A1: chiunque, transitando, può notare le montagne di vetro alte decine di metri luccicare al sole, senza copertura alcuna.
Intorno all'anno 2000 ha iniziato ad accumulare il vetro anche in via Bonvino, località dopo il ponte di Sant'Ambrogio, fino a realizzare altre imponenti montagne di cocci e polveri, abbandonate alla natura, agli sterpi, al vento: vento che a volte solleva queste polveri. Ebbene sono 20 anni che i residenti intorno alle due discariche accusano disturbi all'apparato respiratorio e si ammalano di conseguenza, sono anni che firmano petizioni e diffide alla Regione, alla Provincia, persino ad HERA stessa, senza ottenere alcunché: la Emiliana Rottami prosegue nella sua attività senza mettere in sicurezza i siti di stoccaggio, senza destinare ad alcun uso il materiale vetroso.
Teoricamente non sarebbe strettamente necessario porre il vetro della raccolta in discarica inerti, perché esso potrebbe trovare molteplici applicazioni: potrebbe essere fuso e frittato in acqua, ottenendo un materiale di basso costo utilizzabile per sottofondi stradali, aggregati di drenaggio, riempitivo per costruzioni, pavimentazioni industriali. Ma questo comporterebbe la presenza di adeguata tecnologia e di un costo, che evidentemente non si vuole sopportare. In alternativa, la polvere di vetro riciclato può essere miscelata a secco, fino ad un massimo del 10%, con un classico impasto industriale per monocottura rossa di piastrelle ceramiche da pavimentazione. Nel caso di San Cesario, risulta esserci stato in passato un contatto tra la Assopiastrelle e la Emiliana Rottami, proprio a proposito dell'utilizzo della massa vetrosa per la produzione della monocottura, contatto che però non ha avuto, fino ad ora, nessun sviluppo. Nel frattempo, i residenti sancesariesi soffrono e i consumatori modenesi continuano a portare diligentemente il vetro delle loro bottiglie nelle campane (ma sempre uniche, di Hera e dell'Emiliana) o addirittura nelle isole ecologiche dove glielo pesano pure, registrandolo su una tessera magnetica personale: questi conferimenti, si favoleggia, porteranno ai cittadini più meritevoli (secondo la quantità conferita) sostanziosi sconti sulla TARSU. Staremo a vedere.
Massimo Guerrini