Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Donne non solo assenti nella schiera di centinaia di uomini partecipanti ad una festa religiosa islamica ma che, a domanda, viene specificato essere presenti, si, ma in un area a loro dedicata. Divise di fatto dagli uomini e soprattutto, evidentemente, lontano dagli sguardi e dagli obiettivi della macchine fotografiche. Fatto sta che le foto che scorrono condivise sulla pagina FB del sindaco mostrano centinaia di uomini e nemmeno una donna.Cosa che dovrebbe fare storcere il naso, se non essere oggetto di condanna, da qualsiasi parte politica, ma che ci si aspetterebbe esserlo tanto più da parte di un partito che sul tema della parità di genere porta avanti da anni un manifesto politico.
Elemento che non è sfuggito a numerose persone che commentando il post condiviso sulla sua pagina Facebook dal sindaco di Modena, e con il quale Muzzarelli saluta con entusiasmo la festa islamica del sacrificio (nella quale gli animali da mangiare nella tavola della festa vengono macellati previo sgozzamento), hanno posto una semplice domanda: perché non ci sono donne? E' possibile che tra centinaia uomini, in una festa religiosa, di comunità e delle famiglie, non ci sia una nemmeno l'ombra di una donna? Le domande, su questo fronte, si moltiplicano. Una, due, tre, ma dal sindaco, solito a rispondere alle considerazioni o ai quesiti di chi segue la pagina, nessun intervento. Nessuna risposta. Ciò, evidentemente, infastidisce e tra i commenti si moltiplicano quelli critici verso quella che pare il simbolo di una discriminazione verso la donna.
Ma poco dopo arriva una risposta, proprio dal profilo di una donna che indirettamente, quella che possiamo chiamare come distinzione, la conferma: 'Lo spazio è molto grande e c'è una parte dedicata alle donne'. Una parte dedicata alle donne. Una parte comunque ben nascosta visto che in nessuna delle foto sulla folla ne mostra una, di donne. Ciò genera ulteriori sottolineature critiche: 'Donne in piccionaia' viene scritto. 'Si parla di rispetto, inclusione, integrazione ...ma qui non si vede una donna. Non possiamo portare rispetto per delle persone che ancora pensano di non poter assistere ad una funzione religiosa seduti di fianco alle loro mogli, figlie e sorelle. E il Comune non dovrebbe neanche essere presente o significa che accetta queste situazioni', sentenzia Imma. Poco dopo i commenti critici superano i comunque pochi di plauso e di ringraziamento. Fino ad arrivare a colui che argomenta sul presunto clamoroso errore che il sindaco avrebbe commesso nella descrizione della festa del sacrificio sul quale qui non ci soffermiamo ma che non fa altro che alimentare, come successo per altri post sulla pagina FB del sindaco, in un boomerang politico.
Gianni Galeotti