Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
“Pretendono che i modenesi si dimostrino “green” e virtuosi – chiedendo loro maggior impegno e attenzione nelle operazioni di smistamento, aumentando la Tari per la gestione del servizio porta a porta di raccolta differenziata e imponendo periodi di limitazione al traffico veicolare – per poi permettere che l’inceneritore continui a bruciare 24 ore su 24 rifiuti, anche speciali, per la maggioranza proventi da fuori provincia e fuori regione, con tutte le conseguenze negative che ne derivano in termini di salute dei cittadini e ambiente. È un classico controsenso da centrosinistra intriso di ipocrisia, che ci sentiamo in dovere di mettere in evidenza e condannare ancora una volta, come del resto abbiamo già fatto in passato”. Il capogruppo consiliare della Lega Alberto Bosi è tornato alla carica sull’impianto di via Cavazza a due anni esatti dalla bocciatura della mozione presentata sul tema.
“Avevamo chiesto all’Amministrazione che si bruciassero soltanto i rifiuti locali rinunciando ad importarli da altri territori, così da ridurre del 45% le emissioni del termovalorizzatore e l’inquinamento dell’aria. Paradossalmente ci siamo scontrati con la netta opposizione della maggioranza, con PD e Verdi in prima linea: proprio quei gruppi che si proclamano paladini dell’ambiente; ecologisti solo a parole ma non nei fatti. Noi del gruppo Lega, però, non ci arrendiamo: esigiamo da chi amministra la città coerenza e impegno nel mantenere le promesse dei programmi di mandato in termini di sostenibilità e tutela ambientale, a cominciare dall’adozione di provvedimenti per limitare l’attività della struttura”.
“Ciò che è peggio” ha rimarcato la consigliera leghista Barbara Moretti “è che, al contrario, sembra sempre più concreta la possibilità che l’inceneritore non chiuda nel 2034 – come promesso dal sindaco nella scorsa campagna elettorale – ma che rimanga attivo almeno fino al 2036, anno in cui giungerà a scadenza il contratto per la gestione dei rifiuti a carico di Hera.
Evidentemente più che alla difesa dell’ambiente e alla salute dei cittadini, il centrosinistra tiene ai delicati equilibri politici implicati nella questione: ricordo infatti che il Comune, essendo un importante azionista di Hera, ha un rapporto strettamente connesso e dipendente dalla stessa. È dunque evidente che si trovi in conflitto d’interesse con i modenesi, costretti a respirare aria di pessima qualità e dannosa per il fisico”.
“Non possiamo continuare ad essere la pattumiera di tutti - ha concluso Bosi -. Non è giusto che i cittadini si trovino a vivere in una delle più inquinate città d’Italia pagando le conseguenze delle scelte di comodo della maggioranza. È ora che il centrosinistra inizi a dimostrare con i fatti che è davvero “green” come dice di essere e dia il buon esempio optando per la riduzione della quantità di rifiuti bruciati quotidianamente e lo stop completo dell’impianto al più tardi nel 2034”.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>