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In vista delle Regionali in casa Pd a Modena è corsa alle preferenze. La sfida vera, come noto, è per il primo posto per consensi ottenuti tra l'ex sindaco Giancarlo Muzzarelli e il consigliere uscente Luca Sabattini. Nei giorni scorsi abbiamo intervistato l'ex primo cittadino, oggi è la volta di Sabattini.
Dieci anni in Consiglio regionale sono una esperienza importante. Quali sono i risultati ottenuti che lei considera più rilevanti?
'Lo studio nato dall’impegno della commissione che ho guidato sulla falsa impresa e la concorrenza sleale nel mondo del lavoro, ma anche le leggi sull’economia circolare, le comunità energetiche, le politiche di bilancio che hanno prodotto il potenziamento dei servizi per l’infanzia, il maggior finanziamento al contrasto al disagio giovanile e alla non-autosufficienza. Ma per me il lavoro di consigliere regionale è stato anche fortemente legato al territorio, cercando di cogliere le opportunità per lo sviluppo dei singoli territori e supportare le amministrazioni'.
La candidatura per il terzo mandato è stata discussa all’interno del partito. Se non avesse potuto ritentare una nuova esperienza in Regione, avrebbe pensato a un impegno nella sua Castelfranco, magari come candidato sindaco?
'No, ho sempre ritenuto che il sindaco Gargano meritasse di continuare l’esperienza amministrativa, e sono felice che i cittadini di Castelfranco la pensassero come me. Inoltre, non rincorro gli incarichi. Facevo il commercialista, oggi faccio politica, che è la passione della mia vita e anche il mio attuale lavoro. Ho cercato di mettere le mie competenze tecniche al servizio della Regione e del territorio'.
Il Pd in questi 10 anni ha cambiato pelle più volte, anche nel rapporto con gli alleati. Come vive oggi il suo impegno nel partito? Per molti è lei, pur non formalmente, il candidato di punta sostenuto dalla segreteria di Vaccari. Sente questa responsabilità?
'Faccio politica con la passione del primo giorno e ho avuto la fortuna di avere grandi maestri ed esempi, come Adelmo Bastoni, che hanno saputo, con generosità, affiancare e sostenere la crescita di una nuova classe dirigente. Sento di essere il candidato dei tanti circoli che hanno chiesto la mia ricandidatura, di essere il candidato di una nuova generazione di amministratori che sono cresciuti insieme a me. Non so dirle quante volte abbia cambiato pelle o meno il Pd, so che i valori che mi hanno portato a fare politica a sinistra non sono mai cambiati'.
Sul dualismo con Muzzarelli si è discusso a lungo. Parliamo di programmi e approccio politico. Cosa la differenzia dall’ex sindaco di Modena? A suo avviso Muzzarelli potrebbe far parte della futura giunta De Pascale o il posto del modenese Baruffi non è in discussione?
'Si continua a voler dipingere il rapporto con Giancarlo come un aut-aut. E’ un errore, alimentato da chi pensa che la politica sia possibile solo se hai un nemico. Certo, io e Giancarlo siamo diversi, per carattere, stile di leadership e modi, ma entrambi vogliamo il bene alla nostra comunità politica. Per quanto riguarda la Giunta, la scelta spetterà al nuovo presidente della Regione, che deve a mio avviso essere Michele de Pascale'.
Rispetto alle 4 donne candidate, al di là dei ticket ufficiali, con chi sente maggiore affinità?
'E' una domanda che non restituisce alle mie colleghe la giusta dignità e il rispetto che meritano. Le candidate non sono ancelle al servizio del maschio di turno per portargli qualche voto in più. Lasciamo agli elettori l'opportunità di scegliere chi meglio li rappresenta, siamo una squadra forte ed eterogenea'.
Parliamo di temi: sanità e dissesto idrogeologico su tutti. Come vive questo rimpallo di responsabilità tra Governo e Regione?
'Non c’è rimpallo, il Governo ha fatto un uso elettorale delle alluvioni, utilizzando le istituzioni come strumenti di parte, e continua a non stanziare le risorse per i rimborsi a privati e imprese. Serve un piano di investimenti straordinario, con risorse economiche e professionali eccezionali oltre a regole semplificate, e poi occorre fare chiarezza e attribuire la responsabilità piena ad un solo livello istituzionale, che sia la Regione o lo Stato. Così non funziona. Il futuro della sanità pubblica e universalistica passa dal superare un sottofinanziamento drammatico che sta impoverendo il sistema pubblico a favore di quello privato. Questo crea nuove disuguaglianze. Il nostro sistema sanitario regionale è ancora un riferimento a livello nazionale, ma la mancanza di risorse sta producendo effetti negativi anche da noi. Nei prossimi 5 anni la sfida sarà migliorare l’integrazione socio-sanitaria e migliorare l’organizzazione, potenziando la sanità territoriale e valorizzando tutto il personale che opera nel sistema pubblico, che è il nostro vero patrimonio. La lotta per avere finanziamenti adeguati al sistema pubblico rimane imprescindibile e da fare senza quartiere ed è
anche la grande differenza con la Destra, che lavora invece per un modello “lombardo”'.
La sfida tra De Pascale e Uguolini, in base ai sondaggi, vede strafavorito il vostro candidato presidente. Al di là della scaramanzia per lei è una partita ormai chiusa?
'La partita è chiusa quando si chiuderanno le urne e si cominceranno a contare i voti. Fino all'ultimo siamo chiamati a spiegare agli elettori quale futuro abbiamo in mente per l'Emilia-Romagna. Fino all'ultimo serve far capire che votare è importante e che l'astensionismo distrugge la democrazia'.
Come giudica il protagonismo di Bonaccini in campagna elettorale? A suo avviso l’essersi dimesso anticipatamente peserà sul giudizio degli elettori?
'Non credo, Stefano è stato a mio parere un ottimo presidente e il risultato che ha ottenuto anche personalmente alle ultime elezioni, con un record di preferenze, lo testimonia. Non dimentichiamoci che è anche il presidente del Pd e in quanto tale è normale che faccia una campagna elettorale in una regione importante come l’Emilia-Romagna'.
Tre temi sui quali si concentrerà il suo nuovo impegno in caso di elezione.
'Oltre la difesa della sanità pubblica e il potenziamento della sanità territoriale di cui abbiamo parlato, dovremo necessariamente occuparci della casa, rivedendo la legge regionale sulle politiche abitative, per offrire nuove soluzioni a chi, pur non essendo in povertà, non può permettersi l’affitto, ma anche del mondo del lavoro, sostenendo i cambiamenti del mercato e introducendo il principio del salario minimo, e della transizione energetica e ambientale, a cui si lega anche il far fronte al dissesto idrogeologico'.
g.leo.