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'Tra Cinema Principe e cancellata dei Giardini Ducali, l’abusivo prototipo dei chioschi del Parco della Rimembranza non può sopravvivere al fallimento della sua gestione economica' a sostenerlo è Italia Nostra Modena.
'La costruzione saldamente ancorata al suolo con ben otto pilastri in cemento armato nel suolo pubblico, a ridosso della cancellata dei Giardini Ducali, in uno degli angoli più caratteristici della città storica, entro il contenuto slargo nel risvolto del Cinema Principe, non solo era ed è struttura abusiva, ma è pure priva di ragione economica, perché la gestione del bar si è dimostrata insostenibile - così Italia Nostra Modena -. La concessione comunale è stata quindi risolta e il Comune informa di aver acquisito la disponibilità dell’edificio sorto sul proprio suolo e di aver avviato il procedimento per la gara verso una rinnovata gestione.
Ricorderanno i modenesi che nei primi mesi del 2011, nel luogo di una precaria e stagionale bancarella, spuntarono gli otto pilastri e fu portata a compimento la struttura edilizia, concepita allora come prototipo seriale lungo “la passeggiata delle mura”, non potuta però replicare con i meno fortunati chioschi dentro il Parco della Rimembranza'.
'Ma anche il doppio modulo edilizio, a vista del Tempio dei Caduti, non può rimanere lì, perché lo vieta una saggia norma del piano strutturale comunale dettata in attuazione di una disposizione della legge urbanistica regionale (nei centri storici “non possono essere resi edificabili gli spazi rimasti liberi perché destinati ad usi urbani e collettivi”), mentre quel luogo, come “spazio aperto urbano di interesse storico”, è innanzitutto fatto oggetto di tutela secondo la disciplina del codice dei beni culturali (l’art. 10, comma 4, lettera g). Dunque quella costruzione è abusiva perché non fu autorizzata (né sarebbe potuta essere autorizzata) dalla Soprintendenza; mentre il permesso di costruire, pur rilasciato a suo tempo, è illegittimo perché dato contro il divieto di piano regolatore. Crediamo quindi che non si possa parlare di nuova gestione di quella abusiva struttura, che dovrà invece essere demolita, con l’ordine di reintegrazione rimesso alla competenza degli uffici di tutela'.
Redazione Pressa
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