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“Chi nasce in Italia è italiano. È una battaglia che porto avanti da anni e che come Partito democratico non possiamo ignorare. Questa legislatura non può terminare senza aver approvato la nuova legge sulla cittadinanza”, così Cécile Kyenge, europarlamentare Pd, commenta i dati emersi dal Dossier della Fondazione Leone Moressa sugli effetti che la riforma della cittadinanza avrebbe sui giovani nati in Italia e residenti a Modena.
Secondo lo studio l’introduzione dello ius soli e dello ius culturae, porterebbe in Italia un potenziale bacino di “nuovi italiani” pari a 800mila (l’80% dei minori stranieri), a cui si aggiungerebbero ogni anno quasi 60mila nuovi beneficiari. In Emilia Romagna, il numero di beneficiari immediati sarebbe di quasi 95mila unità, a cui si aggiungerebbero 6.700 potenziali “nuovi italiani” ogni anno.
“I numeri parlano chiaro. Stiamo parlando di 800mila tra bambini e ragazzi, 18.500 solo a Modena.
Dovremmo avere a mente tutti i loro volti - sottolinea Kyenge - Il punto non è se questi giovani diventeranno o meno cittadini italiani, ma il quando e il come. L’attuale legge li costringe infatti ad una serie di salti ad ostacoli per ottenere la cittadinanza, che sottopone questi ragazzi a numerose ingiustizie. Senza contare il fatto che, in attesa del riconoscimento, se dovessero per qualsiasi ragione perdere il permesso di soggiorno, rischiano l’espulsione verso un Paese che non è mai stato il loro”.
Partendo dal dato regionale, lo studio stima anche l'impatto nella provincia di Modena. Considerando che in questa provincia nel 2016 si è concentrato il 19% delle nascite straniere dell’Emilia Romagna, secondo la Fondazione, si può stimare un impatto della riforma che avrà potenzialmente 18.500 beneficiari immediati e 1.300 beneficiari ogni anno.
“È una legge di buon senso, che fa sì che l’Italia riconosca come propri i figli dell’immigrazione - conclude Kyenge - Una legge giusta, perché non avrebbe alcun senso che un Paese investa sul futuro di un giovane, per poi disconoscerlo alla maggiore età. Si tratta di crescere una generazione al pari di un’altra, senza distinzioni tra compagni di classe. Si tratta di promuovere l’uguaglianza in un’intera generazione”.