Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
“Una vergogna pagata con la pelle dei malati di cancro che solo ora il Partito Democratico – guarda caso a un anno dalle elezioni regionali – prova a rappezzare”. Così il consigliere della Lega Nord, Daniele Marchetti, attacca la Risoluzione presentata dal Partito Democratico alla Giunta della Regione Emilia-Romagna, che poggia su una delibera del 2015 che ha passato alcune prestazioni sanitarie, fra cui la chemioterapia, dal regime di day hospital a quello ambulatoriale.
“Questo passaggio ha penalizzato fortemente diverse categorie di lavoratori, fra cui ad esempio i metalmeccanici. Se prima infatti veniva riconosciuto uno status diverso per quanto riguarda il trattamento economico della malattia, in presenza di un ricovero (day hospital), ora con una gestione ambulatoriale il lavoratore deve ricorrere all'utilizzo di permessi individuali o certificati medici giornalieri che risultano penalizzanti nel trattamento economico e al tempo stesso rischiosi per il mantenimento del posto di lavoro”.
Nei contratti nazionali di alcune categorie di lavoratori, fra cui i metalmeccanici, viene riconosciuto uno status diverso per quanto riguarda il trattamento economico della malattia se si è in presenza di un ricovero piuttosto che di prestazioni ambulatoriali. “Nonostante si tratti della medesima prestazione sanitaria erogata, ricevendola in day hospital i lavoratori potevano presentare una documentazione che consentiva loro di avere una copertura economica totale. La situazione attuale, anche per attività articolate e programmate che comportano un tempo di permanenza importante presso la struttura ospedaliera, comporta invece l'utilizzo di permessi individuali o certificati medici giornalieri da parte dei lavoratori che risultano così penalizzanti nel trattamento economico. Inoltre, l’utilizzo di permessi e certificati influisce sul periodo complessivo di conservazione del posto di lavoro per comporto” spiega il consigliere del Carroccio.
“Nel 2015 misi in guardia il Partito Democratico, sostenendo già allora che questa manovra sarebbe stata rischiosa, ma nessuno mi ascoltò.
Oggi, ad un anno dalle elezioni regionali (stranamente), il PD si sveglia e cerca di correre ai ripari provando a mettere qualche toppa a quella delibera con una Risoluzione che impegna la Giunta “ad individuare, in accordo con l’INPS, una modalità di certificazione dell’assenza del lavoratore sottoposto a terapie chemioterapiche che consenta al lavoratore di non perdere la copertura economica o rischiare il posto di lavoro per superamento del periodo di comporto” punge Marchetti. “Nel frattempo chi risarcirà i malati beffati da una delibera vergognosa che, giocando sulla loro pelle è andata anche a intaccare pesantemente anche i loro portafogli?” conclude il leghista.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>