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'Auspichiamo che, nell’ambito degli approfondimenti che si dovranno tenere in commissione per discutere sulla nuova legge urbanistica regionale 'Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio', vi possa essere un reale confronto e che accanto ai soliti esperti inviati dalla Regione possano essere anche chiamate quelli figure di professionisti, architetti ed urbanisti, che negli ultimi mesi hanno espresso forti critiche su alcuni dei principali punti dell’impianto di tale legge'. A tornare con accenti negati sulla legge urbanistica regionale è il M5S di Modena.
'Abbiamo espresso tali critiche all’interno di una mozione, bocciata dalla maggioranza, che ha invece dichiarato come l’impianto della legge sia condivisibile anche nei suoi punti principali; per questo ci domandiamo se i confronti promessi saranno davvero aperti a tutti i tipi di opinione e se vi sarà davvero la possibilità di presentare proposte ed osservazioni, anche radicali, nel merito di alcuni punti dell’impianto della proposta di legge - continuano i grillini -.
L’opportunità per i privati di mettere al sicuro nei prossimi tre anni ciò che viene previsto nel PSC vigente tramite singoli accordi operativi, la soglia di incremento del 3% del territorio urbanizzato (e quindi non saldo zero), il divieto ai Comuni di poter stabilire la capacità edificatoria degli interventi subordinati ad accordo operativo (cioè negoziazione con un privato), la possibilità di andare in deroga ai limiti imposti dagli stessi PUG (Piano Urbanistico Generale) futuri sono alcune delle criticità tuttora presenti nell’impianto della legge. Criticità che fanno pensare che la proposta di legge non sia orientata a una vera riqualificazione dell’esistente bensì privilegi le speculazioni edilizie negli anni a venire, con il rischio di ulteriori colate di cemento. Nella commissione in cui è stata presentata la proposta regionale sono rimaste molte questioni aperte, così come dichiarato anche dalla maggior parte dei gruppi presenti in consiglio comunale, di minoranza e non.
Per questa serie di motivi, si auspica l'apertura di un reale confronto aperto cui partecipino anche quegli esperti, esterni all'Amministrazione, che hanno espresso perplessità sulla proposta di legge regionale sull'urbanistica'.
L'ORDINE DEL GIORNO RESPINTO
L’ordine del giorno cui fanno riferimento i 5 Stelle è stato respinto nell'ultimo Consiglio con voto contrario di Pd, Art.1-Mdp e CambiaModena e astensione di FI e Per me Modena. Il documento, presentato da Marco Rabboni, invitava l’Amministrazione comunale a chiedere alla Regione “un concreto e radicale ripensamento della proposta di legge prima della sua formalizzazione in un atto della Giunta regionale”. Il documento, affermava inoltre che la nuova legge “pone gli interessi dei privati in condizione di vantaggio nei confronti dei Comuni che verrebbero esautorati dei cogenti poteri di pianificazione e quindi di un’effettiva forza negoziale, con il forte rischio di assoggettare lo sviluppo e la trasformazione del territorio alle logiche e agli interessi della proprietà fondiaria con licenza di indiscriminati addensamenti urbani”.
IL DIBATTITO E L'ODG DI ARTICOLO 1
Nel dibatto Mario Bussetti dei M5S aveva ribadito che l’ordine del giorno “non esprime un pre-giudizio ma un giudizio frutto di approfondimenti con esperti sulla base del quale abbiamo chiesto alla Regione di ripensarci. Secondo la maggioranza – ha proseguito – l’impianto invece è condivisibile ma se non possiamo fare critiche di merito a cosa serve approfondire? Temiamo si risolva tutto in un trattamento cosmetico”. E Luca Fantoni aveva sottolineato l’opportunità di portare in Consiglio l’ordine del giorno “perché la legge avrà un effetto sulla nostra città e rischiavamo che passasse a Bologna a opera della maggioranza e basta. Non volevamo lezioni di democrazia ma portare la nostra voce e la nostra idea al Consiglio”.
In compenso, come noto, il Consiglio aveva approvato un odg illustrato in Aula dal capogruppo di Art.1 Paolo Trande, approvato con il voto a favore di Art.1-Mdp, Per me Modena, Pd e CambiaModena, astenuti Forza Italia e lo stesso Movimento 5 stelle, nel quale si auspicavano generici (ma pur sempre sgraditi alla Regione di Stefano Bonaccini) approfondimenti in Consiglio comunale a Modena.