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'Ottobre è stato il mese del “Soccorso rusco” e cioè l’attività degli inceneritori della Emilia Romagna, Modena in particolare, di bruciare ulteriori eccedenze di rifiuti altrui che per un motivo o per un altro non riescono a essere smaltiti nel modo programmato in origine (in parte anche le discariche). Da qualunque parte del territorio nazionale arrivino.'. Così in una nota Silvano Guerzoni del Comitato Modena Salute e Ambiente.
'Per esempio, già da qualche anno nell’inceneritore di Modena circa metà dei rifiuti proviene da fuori provincia di Modena. Con l’ultimo caso di qualche giorno fa, dovuto a una eccedenza di produzione rifiuti in Emilia Romagna rispetto alle previsioni del piano regionale rifiuti, si crea la necessità improvvisa di ri-distribuire tale ulteriore massa imprevista negli impianti esistenti, Modena compresa. Se ricordiamo bene ci sono stati in passato altri casi analoghi di “Soccorso rusco”, per Roma, Napoli, Liguria, Lombardia.
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Siamo stati previdenti o siamo diventati le pattumiere altrui a spese dei nostri polmoni? - continua Guerzoni -. Certo questa vicenda di eccedenze di rifiuti da incenerire in arrivo anche a Modena, non è un buon viatico all’avvio in questi giorni della raccolta porta a porta nelle frazioni di Villanova, Ganaceto, Lesignana e S. Pancrazio, tra l’altro vicine e sottovento rispetto alle emissioni dell’inceneritore. Oltre che alle altre parti della città già attive sul porta a porta. Raccolta differenziata che, lo ripetiamo da sempre, i cittadini devono fare sempre e comunque nel migliore dei modi possibile. Salvo poi chiedere ai referenti sul reale destino dei risultati della differenziata, che sia coerente con quanto chiesto ai cittadini. Il dubbio che però la raccolta differenziata serva anche a fare posto all’incenerimento rifiuti altrui viene e rimane. Avvalorato dall’art. 35 c.
1 e 2, del D L 12/09/2014, n. 133 (Sblocca Italia) che prevede infatti:
Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, individua, con proprio decreto, gli impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, esistenti o da realizzare per attuare un sistema integrato e moderno di gestione di tali rifiuti atto a conseguire la sicurezza nazionale nell'autosufficienza e superare le procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore. Tali impianti, individuati con finalità di progressivo riequilibrio socio economico fra le aree del territorio nazionale concorrono allo sviluppo della raccolta differenziata e al riciclaggio mentre deprimono il fabbisogno di discariche. Tali impianti di termotrattamento costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale ai fini della tutela della salute e dell'ambiente.
Tutti gli impianti, sia esistenti che da realizzare, devono essere autorizzati a saturazione del carico termico, come previsto dall'articolo 15 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n.46. Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti esistenti, le Autorita' competenti provvedono ad adeguare le autorizzazioni integrate ambientali.
Decreto che deve essere superato a livello nazionale per le previsioni nefaste su nuove costruzioni di inceneritori ed utilizzo a piano regime - aggiunge Guerzoni -. Superato intanto qui mediante accordo tra Comune di Modena e Regione Emilia Romagna, come è già avvenuto con Forlì e Parma, per accogliere nell’inceneritore di Modena, salvo casi stremi, solo i riifuti della nostra Provincia. Inoltre, il destino della Plastica Differenziata raccolta da Hera, merita nota a parte, perché la maggior parte di essa viene destinata all’incenerimento, definito come “recupero energetico”. Come dal documento “Sulle tracce dei rifiuti” dal sito Hera (e dalle immagini sotto) si deduce che almeno il 57% della plastica recuperata (per non parlare di quella indifferenziata) viene inviato al “recupero energetico”, sinonimo di inceneritore.
Indirizzando invece questa plastica al recupero di materia, ad esempio con l’azienda Aliplast del medesimo gruppo Hera, gli inceneritori si spegnerebbero da soli per mancanza di combustibile'.
'Particolarmente interessante inoltre il caso di qualche settimana fa, dove il non concesso ampliamento di una discarica a Imola ha fatto avanzare alla Cna di Modena addirittura la richiesta di un ulteriore potenziamento di portata dell’inceneritore. Dimostrando, ancora una volta, come certi stereotipi siano duri a morire. Ad esempio il nostro sistema economico industriale è stato capace di rinuciare all’ amianto, al mercurio, ora stiamo abbandonando il diesel... ma agli inceneritori ancora non ci siamo arrivati - chiude Guerzoni -. Sembra proprio trovare applicazione questa frase attribuita a A.Einstein: Non puoi risolvere un problema con lo stesso tipo di pensiero che hai usato per crearlo'.