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Liste attesa: aspettando lo Stato la Regione stanzia altri 1,5 mln
La Pressa
Sanità, i conti non tornano. Attacco al governo da parte del presidente della regione e dell'assessore alla sanità che però non forniscono i dati sulla riduzione dei tempi ottenuta con il piano lanciato nell'aprile scorso
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Attacco politico e bilancio parziale quello presentato questa mattina sul piano di riduzione delle liste di attesa da pate del presidente della Regione e dell'assessore alla sanità. Nella nota stampa della Regione De Pascale e Fabi parlano dell'aumento per un milione e mezzo delle prestazioni erogate, grazie ai fondi per 50 milioni di euro stanziati, o meglio anticipati, dalla Regione, in attesa dell'arrivo dei fondi promessi dal governo, ma nulla dicono rispetto al se e in che misura i tempi di attesa si siano realmente ridotti. Ovvero il vero nocciolo della questione.
E così della nota stampa diffusa di largo Aldo Moro rimane soprattutto un attacco politico al governo e al ministro reo di avere richiamato la regioni ad una spesa più oculata. “Di fronte all'impegno messo in campo dalla Regione in questi mesi, stupiscono ancora di più le parole del ministro Schillaci che richiama le Regioni a un utilizzo più accurato delle risorse in termini di sanità- sottolineano il presidente, Michele de Pascale, e l'assessore alla Sanità, Massimo Fabi.
'Ricordiamo al ministro e al Governo che aspettiamo da sei mesi che l’annuncio di un provvedimento sulle liste d’attesa si tramuti in qualcosa di concreto: a oggi, invece, mancano ancora i decreti attuativi e non risulta alcun incremento di trasferimento di fondi alle Regioni da utilizzare contro le liste d'attesa'.
Quanto afferma l'esecutivo nazionale riguardo gli stanziamenti per ridurre le liste d'attesa, infatti, non costituisce un reale incremento di finanziamento per le Regioni, dato che con il proprio decreto il Governo ha semplicemente dato alle Regioni stesse l'indicazione a usare per le liste d'attesa una parte dei finanziamenti già assegnati nelle precedenti finanziarie. 'Scaricare la colpa sulle Regioni, peraltro in larga parte guidate dalle stesse forze politiche che governano il Paese, purtroppo non risolve il problema- proseguono de Pascale e Fabi-, e invece si continua a negare l’evidenza del palese sottofinanziamento del sistema pubblico, di cui pagano le spese quei milioni di italiane e italiani che rinunciano quotidianamente a curarsi'.
I dati attuali confermano che il programma di incremento di 1,6 milioni di prestazioni è stato rispettato, con un primo significativo anche se non specificato nel merito dei numeri, miglioramento dei tempi di attesa, l'introduzione sistematica delle pre-liste di presa in carico e la disponibilità delle agende a 24 mesi. E qui, scatta da parte di presidente e assessore una considerazione riguardante anche le proprie responsabilità politiche e di zioni. Riguardanti la necessità di fare di più sul fronte della medicina del territorio e le politiche di prevenzione. Tema ostico, considerando che l'impegno a ridurre le liste d'attesa non era solo di finanziamento di un numero aggiuntivo di prestazioni ma anche di opportunità della richiesta di prestazioni. Perché è inutile finanziare le risposta quando non si agisce sulla riduzione della domanda. Che non significa non garantire prestazioni, ma evitare per esempio quelle inutili e ridondanti.
Su questo punto non considerato nel merito nella nota, De Pascale e Fabi ammettono che è necessario 'fare di più ma - dicono - ciò deve avvenire dentro un piano nazionale vero, condiviso dal Governo centrale con i territori. Invece si resta in uno scenario inaccettabile, che priva milioni di cittadine e cittadini del diritto primario alla cura e alla salute, denunciato in maniera esemplare anche dal Presidente della Repubblica Mattarella nel discorso di fine anno'.
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>
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