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'Liste d’attesa infinite, ridurre le visite in libera professione'
Paldino: 'In questo modo è possibile aumentare la disponibilità delle prestazioni nel pubblico'
31 ottobre 2024 alle 12:29
2 minuti di lettura
Abbattere le lista d’attesa riducendo per un determinato periodo le visite in libera professione all’interno delle strutture sanitarie, aumentando così la disponibilità delle prestazioni nella sanità pubblica. La proposta arriva da Vincenzo Paldino, espressione di ‘Modena Civica’, candidato nella lista ‘Civici, con de Pascale Presidente’. 'La soluzione potrebbe contribuire ad aumentare i posti a disposizione per diverse visite specialistiche, che al momento vedono i primi appuntamenti liberi non prima della primavera 2025, in alcune province emiliano-romagnole addirittura a inizio 2026. Sono almeno sette le aree specialistiche critiche trasversali ad ogni Asl regionale, compresa Modena: dermatologia, oculistica, neurologia, colonscopia, gastroenterologia e mammografia ed ecografia mammella – sottolinea Paldino -. Per i cittadini che hanno bisogno di controlli e visite i primi posti sono non prima della primavera/estate 2025. Tralasciando le emergenze per cui i tempi fortunatamente sono ridotti, con queste attese infinite migliaia e migliaia di persone vengono private della possibilità di fare prevenzione o comunque indagare problemi di salute che potrebbero necessitare di ulteriori approfondimenti. La scelta diventa aspettare mettendo a rischio la propria salute o ricorrere alla sanità a pagamento.
Questo non fa altro che creare, tra le altre cose, ulteriori code nei Pronti Soccorso, dove i medici scarseggiano perché fuggono nelle cliniche private'.'Una soluzione immediata – propone Paldino – potrebbe essere quella di agire sull’attività libero professionale a pagamento cosiddetta ‘intramoenia’ svolta dai dirigenti medici sanitari e veterinari all’interno degli ambienti delle aziende sanitarie, con gli strumenti e le apparecchiature messe a disposizione dall’azienda stessa. Al fronte di un incentivo dell’Asl ai professionisti coinvolti, gli stessi potrebbero rendersi disponibili a ridurre per brevi periodi la loro attività in libera professione e metterne una parte a disposizione della sanità pubblica, quindi per visite prenotabili tramite Cup. Questo richiederebbe sicuramente dei sacrifici a livello di sistema sanitario, ma potrebbe rivelarsi una strada per rispondere alla domanda di cure dei cittadini e ridurre le attese. Da anni si parla di visite alla domenica, di strutture aperte anche nei giorni festivi, ma i risultati non ci sono. Non è più rimandabile – conclude Paldino – un cambio di paradigma: servono soluzioni nuove che vadano ad ampliare il perimetro di quello che si è provato a fare fino ad ora per risollevare un sistema sanitario in estrema sofferenza'.
Redazione Pressa
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