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'Fino all'ultimo abbiamo fatto di tutto per non uscire. Se ci fosse stato un congresso avremmo raccolto la nostra gente e ci saremo confrontati, ma ciò non è successo e l'uscita è stata praticamente inevitabile. Sapevamo che all'interno di quella compagine non ci sarebbe stata alcuna possibilità di dialogo.
C'è tanto da fare per recuperare i tanti delusi. Il PD ha perso città capoluogo che governava da anni ma anche città più piccole. Questo perché il partito non risponde più ai valori ed ai principi della sinistra e della sua storia. Ed è così che la nostra gente, delusa, ancora dentro al PD, ha preferito starsene a casa. O non è andata a votare per rabbia o, appunto, per delusione. Noi dobbiamo offrire a queste persone un'alternativa alla destra a tratti xenofoba e a tratti fascista e al movimento 5 stelle.
E ai giovani che in questi non si riconoscono.
Era da dire che Enrico Rossi, coordinatore nazionale del partito e presidente della Regione Toscana, partisse dalla fine della storia col PD, per ripetere ciò che motivò l'addio al PD e ne ha aperta un'altra, di storia. Una scelta sofferta e non senza rischi ma che oggi consente ai fuoriusciti di parlare, dibattere e confrontarsi di 'cose di sinistra'. E tanti erano coloro a riconoscersi, ieri, nel racconto di sinistra di Enrico Rossi, accompagnato sul palco da Capogruppo consigliare MDP a Modena, Paolo Trande e dalla Senatrice, capogruppo MDP in Senato, Maria Cecilia Guerra.
'Gli effetti della crisi hanno fatto emergere i populismi, i neoliberismi che si ispirano al modello di mercato gestito da gruppi finanziari. Hanno fatto vincere Trump, e ha fatto perdere il contatto con le masse popolari che hanno votato Trump e che fino a qualche tempo fa rappresentavano l'elettorato del PD.
Un partito che al governo, col premier Renzi, mi ha fatto venire in mente fortunello, che distribuiva bonus, compreso il bonus bebé iniquamente spalmato senza alcune differenza tra tutte le fasce di reddito'
Un intervento, quello di Rossi, che ha spaziato in tutti i settori del dibattito politico. Su tutto ,il lavoro 'che il governo svilisce- dice Rossi - riducendolo ad una sorta di merca di scambio con gli imprenditori che assumono e che per assumere ricevono di fatto premi in denaro. Il lavoro non è una lotteria. E chi svilisce il lavoro, svilisce tutto il paese'
