Mafie in Emilia Romagna, i Pm: 'Serve raddoppiare Dda e forze di polizia'
Lo afferma Marco Forte, magistrato della Dda di Bologna, che ieri sera ha partecipato a un convegno promosso da Libera
'Pensate a quanto è grande questa regione, pensate al suo peso economico: credete davvero - afferma Forte - che quattro pm possano coprire un territorio che va da Piacenza a Rimini, realisticamente? Già su Bologna facciamo fatica a tenere in piedi un'indagine prima di poterne aprire un'altra, perché il lavoro che dura mesi o a volte anni. Hai la certezza che quel locale, quel bar, quel ristorante è in mano a una consorteria chiamiamola mafiosa per comodità, ma non ci puoi lavorare perché non hai la forza di polizia disponibile'. E' quello che vale per altri comparti: 'Se continuiamo a tagliare la sanità, è chiaro che poi si allunga la lista d'attesa per essere operati', è l'esempio del magistrato. 'La Lombardia ha due distretti di Dda, Milano e Brescia, la Campania - elenca Forte - ha Napoli e Salerno, la Sicilia ne ha quattro ma c'è una ragione storica e forse potrebbero essere ridotte a tre perché la Sicilia è cambiata molto in meglio, qualcuno ha pagato con il sangue ma i risultati in fondo si sono visti. E' così stravolgente dire che forse anche l'Emilia-Romagna ha bisogno di due Corti d'appello, una che prenda la fascia nord e una che prenda Bologna e la Romagna, oppure decidiamo come dividerla, cambia poco, raddoppiando in questo modo struttura?'. Continua il pm: 'Perché l'errore qual è? Che noi abbiamo una struttura basata su piante organiche stabilite con un decreto regio, quindi parliamo di prima del 1945, in cui l'Emilia-Romagna veniva equiparata alla Toscana'.
'Questa è stata la nostra sfortuna per decenni, perché si diceva che sono realtà territoriali omogenee. Nel 1920 forse sì, ma pensiamo oggi cosa è la Toscana: una regione bellissima, ma togliendo Firenze e Prato, come bacino industriale non c'è più nulla, il resto è agricoltura e turismo'. Mentre invece 'in Emilia-Romagna, togliendo Bologna, pensate a cosa sono Modena, Reggio Emilia, Rimini, Parma e il porto di Ravenna, che è un buco nero. E' ovvio che l'Emilia-Romagna è molto più assimilabile alla Lombardia', sottolinea Forte. E servono più forze perché 'il nostro mestiere è quello del cane da guardia: finché la catena è lunga- dice il magistrato- ogni tanto possiamo arrivare ad azzannare il polpaccio di qualcuno e quanto meno questo serve per gli altri, per capire che il rischio c'è, non devono avere la certezza che in questo territorio puoi fare quello che vuoi'. Però con le disponibilità attuali 'noi non riusciremo mai a coprire tutto', avverte Forte, dunque 'è interesse di questa regione fare una battaglia da portare a Roma e dire che l'Emilia-Romagna è diversa, è diventata forse la seconda forza economica come regione dopo la Lombardia' ed è dunque rappresenta 'il tipico territorio dove venire a reinvestire denaro'. Dunque servono rinforzi 'per affrontare i numeri che stanno emergendo. Grazie- aggiunge Forte- che avevamo numeri bassi' in passato, perché 'si sottovalutava il fenomeno, si faceva finta che non ci fosse', fino a che l'inchiesta Aemilia non ha avuto il merito di 'squarciare il velo'.
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