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Davanti ai comandanti delle forze di Polizia della provincia di Modena e tra Prefetto e Sindaco, il Viceministro dell'Interno ed esponente del Partito Democratico ora al governo, Matteo Mauri cita senza mostrarli e descriverli nel merito, e senza riferimenti al periodo al quale si riferiscono, i dati sul calo dei reati a Modena che orgogliosamente gli fanno dire: 'I reati qui sono in calo, oggi ci troviamo davanti al rinnovo di un piano che negli anni ha portato a risultati positivi. A Modena ho trovato ciò che non ho trovato in alte parti d'Italia. Un modello di integrazione tra le forze dell'ordine ed una intera città, a partire dal comune. Un modello da estendere'. Un modello messo nero su bianco nel Patto per Modena città sicura. Prima edizione nel 1998, l'ultima (ora penultima), tre anni fa. Rinnovato oggi.
Con tripla firma: la sua, da Viceministro, quella del Prefetto e quella del Sindaco di Modena. Nel pieno della campagna elettorale, al palazzo del principe foresto, sede di rappresentanza della Prefettura. 'Abbiamo verificato partendo dai dati e dalla verifica del livello di integrazione raggiunto dalle forze di Polizia e da tutte le forze sociali della città che concorrono alle sicurezza pubblica, possiamo concludere che il piano funziona'
Quando però gli ricordiamo che per furti ed in particolare per furti in appartamento negli ultimi anni Modena è sprofondata alle ultime posizioni nella classifica delle province italiane (104° posto per furti in abitazioni), Il Viceministro rimanda all'impegno e al ruolo del Sindaco: 'Lui controlla, e indica le cose che non vanno. Sono fiducioso che la collaborazione registrata qui tra le comune, forze di polizia sotto il coordinamento della prefettura, è garanzia per l'affrontare efficacemente i problemi.
Problemi che ci sono, soprattutto sul fronte dei reati predatori, che maggiormente colpiscono le persone, ma che Modena ha gli strumenti per affrontare più che altrove'
Se nel patto per Modena Città sicura si è fatto il punto sull’indice di delittuosità e le nuove strategie per l’integrazione delle forze di polizia e della città, non sì è parlato di organici e dell'innalzamento del livello della questura in fascia A, che porterebbe ad una nuova strutturazione organizzativa e della pianta organica parametrata agli standard (inadeguati rispetto alle esigenze e alle sfide attuali), del 1989. Su questi punti il sindaco incontrerà il ministro Lamorgese il 20 gennaio a Roma
Le novità introdotte dal Patto
Tra gli elementi di novità introdotti, Comune e Prefettura s’impegnano ad attivare percorsi di ascolto e confronto con le diverse rappresentanze sociali, economiche e culturali della città e, in particolare, nell’ottica della prevenzione, a sostenere e promuovere la rete del Controllo di Vicinato che a Modena è già arrivata a contare 81 gruppi coinvolgendo complessivamente 2.123 cittadini.
Si impegnano, inoltre, a potenziare il sistema di videosorveglianza cittadino, il Sistema di controllo Nazionale Targhe e Transiti e a promuovere l’adozione dei dispositivi di videosorveglianza presso esercizi pubblici anche attraverso il potenziamento del Fondo Sicurezza per le imprese della Camera di Commercio. E a questo riguardo, il Comune di Modena nel 2019 ha aumentato il proprio contributo al Fondo da 7mila a 10mila euro.
Per quanto attiene alla Polizia di prossimità, l’amministrazione comunale si impegna a rafforzare il presidio informale del territorio, a promuovere le attività di volontariato e a sostenere la rete del Controllo di Vicinato, a mantenere presso la sede di viale Molza il “Posto di Polizia Centro” per la ricezione delle denunce e per informare sulle iniziative di prevenzione dei reati e di risarcimento dei danni.
L’occasione della firma del Patto, è stata colta anche come momento per la consegna al Prefetto Paba, che terminerà l’incarico al 31 dicembre, da parte del sindaco a nome di tutta la città, della statuetta de La Bonissima, simbolo di saggezza e di virtù modenesi.
Gianni Galeotti