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'Mentre il paese è in piena emergenza sanitaria, economica e sociale, il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli ha varato una manovra di bilancio che aumenta di 1,8 milioni di euro l'incasso previsto dall'addizionale Irpef. Vi pare normale chiedere ai modenesi di pagare più tasse su incassi che non hanno avuto? Per cortesia, sindaco Muzzarelli, torni sulla terra e faccia un passo indietro rispetto a un “bilancio” del tutto fuori luogo'.
E' quanto chiede il consigliere regionale della Lega, Stefano Bargi, per il quale “aumentare le tasse in questo periodo significa strangolare i piccoli, gli imprenditori, gli artigiani e costringere al licenziamento di massa”.
'Insomma mentre gli addetti ai lavori del settore tributario chiedono una tregua immediata sul fronte fiscale, Muzzarelli e la sua giunta procedono spediti come se da un mese non stessimo convidendo con una realtà stravolta e drammatica.
Il sindaco di Modena esca, per una volta, dall'ideologia secondo la quale il problema delle tasse alte deriva da una grossa evasione fiscale. Superi il dualismo in forza del quale da una parte ci sarebbero gli evasori, dall’altra i contribuenti onesti, che pagano le tasse con una pressione fiscale complessiva superiore al 50% dei ricavi. I due fenomeni sono connessi. E sempre più lo saranno quando le imprese e le famiglie si dovranno confrontare con gli effetti, molto pratici, del Coronavirus sull’economia. Se per ipotesi tutti pagassero per intero il dovuto, con l’attuale pressione fiscale molti non sopravviverebbero. L’economia si avviterebbe e il Pil crollerebbe. E poiché è di facile intuizione che la quota di sommerso aumenta in presenza di manovre fiscali pesanti, pensiamo a cosa potrebbe succedere se non si intervenisse in maniera rapida per rendere possibile a famiglie e imprese di tornare al più presto a vivere, lavorare e produrre.
Una crescita importante del debito pubblico è comunque inevitabile e necessaria, ma almeno consentirà di rimettere in moto la produzione e i consumi: pertanto, anziché alzarle, si abbassino subito le tasse, e riflettiamo su nuove linee di politica economica e di crescita in grado di far ripartire la città. Una crescita reale, basata sul lavoro e sulle risorse umane, non su operazioni finanziarie che, come abbiamo visto, fanno solo decollare i patrimoni e i dividendi di poche holding' conclude Bargi.